«È venuto a trovarmi Giorgio La Pira. Per me è un santo. Io conservo le sue lettere, perché sono convinto che un giorno mi saranno richieste dalla Chiesa ».
«È venuto a
trovarmi Giorgio La Pira. Per me è un santo. Io conservo le sue
lettere, perché sono convinto che un giorno mi saranno richieste
dalla Chiesa ». Così affermava Ezio Franceschini, insigne latinista
e per alcuni anni rettore dell’Università cattolica del Sacro
Cuore. La pubblicazione integrale del carteggio tra Franceschini e La
Pira costituisce adesso il capitolo più consistente del libro «Un
laico cristiano: Giorgio La Pira» di Piero Antonio Carnemolla,
pubblicato da Polistampa nella collana «Libri della badia» curata
dalla Fondazione La Pira (308 pagine, 18 euro). Carnemolla, già
presidente della Fuci di Noto, in Sicilia, è uno dei più attenti
appassionati e studiosi della vita e del pensiero del «sindaco
santo». Il libro parte da una considerazione: che La Pira non ha mai
avuto tessere, neppure quella dell’Azione cattolica allora
fortemente raccomandata da papi e vescovi. La sua volontà era quella
di essere «un libero apostolo del Signore»: per realizzare questo
ideale di vita aderì ai Missionari della Regalità di Cristo,
l’istituto secolare fondato da padre Agostino Gemelli, associazione
innovativa per l’epoca che lasciava piena libertà di azione. La
Pira ha potuto così agire «da cristiano» nel mondo, nel sociale,
nella politica rispondendo a tutti che l’unica tessera che aveva in
tasca era quella del battesimo. Ezio Franceschini condivideva con La
Pira l’adesione ai Missionari della Regalità: ne è stato il
presidente al 1940 al 1970. Questa comune appartenenza traspare nelle
lettere in cui La Pira parla del «collegamento» tra le loro
vocazioni. «Restiamo sempre uniti nell’orazione e nell’opera :
l’opera che è diretta ad arare i settori ampi dove Dio ci ha
collocati». Lo scopo comune è vivere quella «santità laicale»
che lo stesso La Pira aveva teorizzato. Una santità da vivere nel
mondo con fedeltà, ma anche con libertà e senso di responsabilità.
Un argomento in più, sottolinea Carnemolla, per contrastare
quei tentativi di «clericalizzare» il pensiero e l’azione di La
Pira, che lo studioso siciliano definisce «un cristiano
post-clericale».
Data recensione: 02/05/2021
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Riccardo Bigi