Un anno fa presentammo su queste colonne il precedente libro di don Giulio Cirignano (Non lasciamoci rubare il Vangelo, in “Corrispondenza n. 77)
Un anno fa presentammo su queste colonne il precedente libro
di don Giulio Cirignano (Non lasciamoci
rubare il Vangelo, in “Corrispondenza n. 77) che, a partire dalla figura
del papa e del suo magistero, vivisezionava la vita della Chiesa dopo oltre
cinquanta anni dal Vaticano secondo. Certamente siamo di fronte a una
situazione ecclesiale complessa, con la percezione che spesso i fedeli si sentono
smarriti e incapaci di intuire il porto verso cui si dirige la “barca di
Pietro”.
Corsi e ricorsi della storia, si dirà, ma oggi le sfide del mondo contemporaneo
sembrano relegare, almeno nel contesto del mondo occidentale, la Chiesa ad un
ruolo marginale, all’insignificanza, immersi come siamo in un’atmosfera di
miscredenza, agnosticismo e relativismo, ecc., come mai nella storia
bimillenaria del cristianesimo. Nel diffuso ateismo pratico dei nostri giorni
spicca soprattutto l’indifferenza dei mondo giovanile per il quale Dio è parola
in-consistente, forse è davvero morto e a nessuno sembra interessare che in
gioco c’è una scommessa di resurrezione...
Al tempo stesso, di fronte alla gravità della situazione, non sembra che i
cristiani – invero di tutte le confessioni – si rendano conto... Ci è così tornato
alla mente il celebre passo di Tito Livio (dum
Romae consulitur, Saguntum expugnatur) dove il grande storico latino
commentava amaramente che mentre a Roma si perdeva tempo in continue
consultazioni senza decidere, la città alleata di Sagunto veniva espugnata dai Cartaginesi
dopo otto mesi di assedio. Ci si passi il paragone, ma l’esempio vorrebbe
sottolineare la gravità della situazione religiosa e la necessità di recuperare
uno slancio missionario ad gentes.
Per secoli e secoli – come sembrano documentare la gran parte delle visite
pastorali da Trento fino almeno a metà Ottocento – le gerarchie ecclesiastiche
hanno posto maggior attenzione alla doratura dei calici o al colore delle pianete
o agli altari più o meno “privilegiati” piuttosto che ad animare cristianamente
la vita delle varie comunità; e c’è chi, ancor oggi, si cimenta in dispute su
alcuni aspetti tutto sommato marginali della vita religiosa (sacramentale e
liturgica) come, ad es., sulla modalità di ricevere la comunione (addirittura
se con la mano destra o con la sinistra) o sul modo di coronare le immagini
della Vergine nel mondo (circa 1300), e l’elenco potrebbe continuare a lungo...
Ma forse non si è dedicata altrettanta attenzione a come si possa annunciare il
Vangelo nelle varie periferie del mondo, negli sconfinati “alveari” umani
popolati da decine e decine di migliaia di persone dove tutto congiura ad
impedire che filtri una luce, pur minima, di spiritualità...
Certamente vi sono da segnalare anche fermenti positivi presenti nel mondo
ecclesiale, si possono indicare anche un buon numero di parrocchie animate da
autentico fervore evangelico, soprattutto sono confortanti l’esistenza e la
testimonianza di movimenti e associazioni all’interno dei quali oggi nasce e si
sviluppa anche la gran parte delle vocazioni religiose. Però ...
L’A. pone una serie di domande che dovrebbero essere fatte proprie specialmente
da quanti hanno maggiori responsabilità all’interno della struttura ecclesiastica;
la fedeltà al dettato evangelico dovrebbe indurre a ripensare i modi con cui la
comunità cristiana si accompagna all’intera comunità umana, sperando e
soffrendo, in ascolto della Parola e nel ricordo dei grandi doni di Dio. Tutto
(o quasi) può e deve essere ridiscusso, a partire dal clericalismo e dal
maschilismo che hanno pesantemente condizionato la storia cristiana, per
toccare poi molti aspetti della vita della Chiesa con lo scopo fondamentale ?
proprio di ogni battezzato ? di renderla il più possibile simile a come Gesù
l’ha pensata, come un figlio riproduce in sé i lineamenti di chi l’ha generato.
Particolarmente stimolanti ? e forse qualcuno li considererà volutamente
provocatori ? ci sembrano i capitoli X e XI, certamente pagine da leggere con
attenzione perché prima della dottrina, delle istituzioni (pur necessarie),
delle strutture... c’è l’incontro con una Persona e l’invito a fare proprio il
modo di pensare di Gesù.
Data recensione: 06/07/2021
Testata Giornalistica: Corrispondenza
Autore: Silvano Sassolini