«La società dei giornalisti estinti» è quella degli aneddoti mitici, del piombo, delle chiusure notturne, dei cronisti di strada.
«La società dei
giornalisti estinti» è quella degli aneddoti mitici, del piombo,
delle chiusure notturne, dei cronisti di strada. L’ultimo libro di
Marco Gasparetti (Mauro Pagliai Editore), è un racconto quasi
autobiografico che la penna del Corriere della Sera fa «del lavoro
più bello del mondo». La storia di un giovane aspirante giornalista
che vive sulla propria pelle il cambiamento tecnologico, la
trasformazione della professione. Uno sguardo interno, ironico e
narrativo. Senza malinconie e nostalgie. Ne esce un quadro fatto di
immagini che raccontano, soprattutto a chi quell’epoca non l’ha
vissuta, cosa accadeva nei corridoi delle redazioni dei giornali
prima dell’avvento dei computer. Ci sono lezioni di vita dei capi,
gli esempi negativi e positivi dei colleghi e la gavetta, lunga e
faticosa. L’autore ha scritto questo libro durante l’isolamento.
Il motivo? Da professore di giornalismo dell’università di Pisa si
era accorto che i giovani studenti non avevano idea di come potesse
funzionare il giornale. «L’estinzione del giornalismo? - commenta
Gasparetti – se i giornalisti sapranno essere liberi, preparati e
onesti, non ci sarà mai».
Data recensione: 02/08/2020
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Sarah Esposito