Di Leon Battista Alberti ci sono tramandati cinque Psalmi precationum
Di Leon Battista Alberti ci sono tramandati cinque Psalmi
precationum. «Gli Psalmi precationum sono preghiere. Ma Alberti non
chiede niente. Neanche il perdono dei propri peccati, a cui non accenna,
ribadendo piuttosto la confidente proclamazione della propria virtù e della
propria innocenza [...] Il secondo Salmo inizia citando l’incipit dei
biblici Salmi 6 e 37 [...] aprendo dunque un testo che, come quelli
biblici, ci si aspetterebbe penitenziale. Ma si tratta di una sorta di ‘motto’ che
inaugura una serie di immagini naturali ‘terribili’, ma grandiose, come grandiosa,
e quindi ammirabile più che spaventosa, è [...] la terribilità di Dio, che
porta tuttavia doverosamente il salmista Alberti a concludere proponendosi l’esercizio
del timore davanti all’ira divina; ma quella della propria innocenza sembra più
una dichiarazione che un proposito (II 12). Il salmista Alberti non chiede;
declina piuttosto le caratteristiche dell’essenza divina, potente e benefica (Salmo
I) o terribile (Salmo II), ma giusta (Salmo III), e quindi degna
di essere lodata (Salmo I), temuta (Salmo II), guardata con speranza e
fiducia (Salmo III). Anche se Alberti intitola la sua opera Psalmi
precationum, secondo la distinzione effettuata a posteriori de Salmi biblici
in generi letterari, il titolo si attaglierebbe propriamente solo al secondo Salmo,
l’unico che si svolge in seconda persona. I motivi della lode, del timore della
speranza si dipanano nelle immagini vive e potenti di una natura benevola o
irata, come Dio, trionfante anche nella prima parte del Salmo IV, per
cedere poi lì a un evocato paradiso disegnato da un architetto che rappresenta
la reggia di Dio [...]. Il V è un Salmo deprecatorio. I Salmi deprecatori
della Bibbia sono censurati ed esclusi dalle celebrazioni liturgiche, ed è
evidente come la preghiera per il male dei nemici dell’orante abbia creato
imbarazzi al cristianesimo. Alberti però non coinvolge la divinità nella
virulenza delle maledizioni dirette contro gli empi, maldicenti, menzogneri,
invidiosi [...], ma gestisce le sue imprecazioni in prima persona, solo
concludendo il Salmo – affinché Salmo sia – con un appello ai
giusti, a cui si accomuna nell’esecrazione degli empi e nella riverenza e amore
di Dio (V 19)» (pp. 38-9).
Data recensione: 01/07/2020
Testata Giornalistica: Studi Medievali
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