Il testo di questa biografia è, in gran misura, noto ai musicologi ed in particolare a coloro che si interessano
Il testo di questa biografia è, in gran misura, noto ai
musicologi ed in particolare a coloro che si interessano a Ferruccio Busoni. Il
lavoro monumentale di Edward Dent è stato, infatti, pubblicato nel 1933 dalla
Oxford University Press e riedito nel 1966, quando alcuni teatri americani
misero in scena le sue opere, tra cui anche Doktor Faust. Il testo di Dent era
il modo migliore per entrare in quello che possiamo chiamare il « mondo busoniano
», il suo biculturalismo, il suo sperimentalismo, la sua ricerca per una «
nuova musica » con veri caratteri di originalità. La decisione di proporre una
traduzione italiana del volume di Dent si deve al Centro Studi Musicali
Ferruccio Busoni di Empoli – che ha sede nella casa natale del compositore –
nel 2016 ed è stato supportato dell’amministrazione comunale e dalla Cassa di
Risparmio di Firenze. L’occasione puntuale era celebrare i centocinquanta anni
dalla nascita di Busoni non solo con una stagione di concerti e con un convegno
internazionale di studi, ma con qualcosa di più duraturo. Da allora il progetto
gradualmente cambiò . In primo luogo, la pubblicazione del lavoro di Dent del
1966 è essenzialmente una ripubblicazione di quello del 1933, scritto quasi
circa dieci anni dopo la morte del compositore. Quindi, la traduzione italiana
viene accompagnata da un attento lavora di curatela. La traduzione di Tomaso
Valseri e Mara Luzzato segue lo stile piano, quasi colloquiale, ma elegante di Dent.
Il lavoro di cura di Marco Vincenti non solo aggiunge utili note biografiche a
numerosi nomi citati (che nel 1933 erano noti, ma di cui ora si è spesso persa
memoria) ma anche numerose lettere dell’epistolario sono state riviste sulla
scorta dei testi originali. Il catalogo delle composizioni busoniane è ,
infine, aggiornato sulla base di lavori successivi e più completi di quello di
Dent. Si tratta, quindi, non di una mera traduzione, ma di un utile
aggiornamento che puo` interessare non solo i cultori del compositore ma anche
coloro interessati alla musica in senso lato. Da qualche anno, Turandot ed
Arlecchino si rivedono nei teatri italiani (Cagliari, Bologna, Verona). E
potrebbe ricomparire anche Doktor Faust, di cui nel 1985 è stata offerta una
bella produzione al Teatro Comunale della città felsinea: ma forse in questi
tempi grami di Coronavirus non è il caso di aspettarsi tanta generosità e
lungimiranza.
Data recensione: 01/11/2020
Testata Giornalistica: Musica
Autore: Giuseppe Pennisi