In quale occupazione era impegnata Maria quando l'arcangelo Gabriele si presentò a lei per annunciarle il concepimento
Il saggio di Michele Feo “Cosa leggeva la Madonna? Quasi un
romanzo per immagini” è in libreria
In quale occupazione era impegnata Maria quando l'arcangelo Gabriele si
presentò a lei per annunciarle il concepimento verginale di Gesù? Tra le varie
tradizioni iconografiche dell'episodio evangelico (Luca 1:26-38) quella che
ebbe senz'altro maggiore fortuna fu la Madonna còlta nell'atto di leggere.
Sorge spontanea una seconda domanda: in che genere di lettura era impegnata? È
il tema del documentato e avvincente saggio-racconto di Michele Feo, filologo e
studioso di Petrarca (Cosa leggeva la Madonna? Quasi un romanzo per immagini,
«La Colombaria», Polistampa, pp. 304, € 20).
Se le prime pitture si concentrano sull'episodio della fontana — tratto dai
Vangeli apocrifi — o sul lavoro di tessitura, a partire dal Medioevo con la
crescente importanza dell'oggetto, Maria cum libro (giustificata dottrinalmente
da padri della Chiesa come s. Ambrogio) diverrà «la più grande innovazione
iconografica (e ideologica) nella rappresentazione dell'Annunciazione».
«La testimonianza più antica — prosegue Feo — risale al IX secolo. È un
cofanetto d'avorio francese, ora al Museo di Braunschweig: un pannello mostra
un leggìo con un libro davanti alla Vergine seduta in trono». Un importante
esemplare è nell'arco trionfale della cappella degli Scrovegni («Maria sta
davanti a un mobile e tiene nelle mani incrociate sul petto un libro chiuso»),
che sarà imitato in lungo e in largo: infatti, da Jan van Eyck ad Antonello da
Messina, da Leonardo a Botticelli — sua è la bellissima Madonna del Libro con
il viso di Simonetta Vespucci —, «dopo Giotto le Marie leggenti non si contano
più». E due, essenzialmente, sono le variazioni sul tema: il libro è aperto e
posato sul leggìo o sul grembo di Maria; il libro è chiuso e la Madonna lo ha
in mano o affianco a sé.
Ma insomma cosa leggeva la madre di Gesù? Feo ha le idee chiare al riguardo:
«La parola scritta si ripete con ossessiva iteratività [...], ma troppo
pigramente si è creduto che fosse sempre la stessa. Ho cercato di decifrare
quante più possibili attestazioni: sono 41 quelle qui pubblicate». Spesso la
Vergine legge il suo destino, antiveduto dai profeti: «Sono le iniziali delle
prime parole del versetto VII 14 di Isaia: “Ecce virgo concipiet et pariet
filium, et vocabitur...”». Questo motto biblico appare in Duccio di
Buoninsegna, Andrea della Robbia, Simone Martini (con la meravigliosa
Annunciazione in oro del 1333, dipinta assieme a Lippo Memmi e conservata agli
Uffizi), Ambrogio Lorenzetti e altri, in modo da «rappresentare per immagini
visibili un ragionamento e una verità invisibile, secondo la concezione della
rappresentazione artistica universalmente accettata nel mondo cristiano
medievale: ossia la presenza del libro non aveva all'inizio valore realistico
[...], ma voleva simbolicamente indicare che Maria incarnava l'alleanza fra
Antico e Nuovo Testamento». Il significato è, dunque, allegorico: la Madonna è
la tenda dell'incontro tra il divino e l'uomo e gli artisti si servono di un
relato per rappresentare metaforicamente questo delicatissimo frangente della
storia universale. Con il Pintoricchio (Bernardino da Perugia) le letture
comprendono anche il salmo VIII in virtù del chiaro riferimento al nome del
Signore rivolto non a un popolo soltanto, bensì a tutta l'umanità («Domine,
Dominus nostre, quam amirabille est nomen tuun in universa terra»). In alcuni
casi «il presente è già storia» e le parole che la Madonna deve pronunciare
(«Ecce ancilla domini. Fiat mihi secundum verbum tuum») sono incise in
contemporanea sul foglio. Se questo accade con Gentile da Fabriano, Bicci di
Lorenzo nel 1430 si spinge oltre: Maria sta leggendo il Magnificat che
pronuncerà dinanzi a Elisabetta, ben dopo l'apparizione dell'angelo. Da qui in
poi il sapere mariano si accentua (salmi, la profezia di Geremia, etc.) e i
lacerti di frasi più o meno distinguibili nei dipinti attestano l'idea di una
Maria filologa, sempre più legata al testo, all'intertestualità, alle
connessioni imperscrutabili tra scrittura e vita. Il tema del libro non è solo
appannaggio dell'Annunciazione ma rientra in altri motivi: la Madonna del
Cardellino di Raffaello, la Pala degli Otto di Filippino Lippi fino alla
Madonna del Magnificat di Botticelli, la quale con una penna intinta nel
calamaio scrive. Cosa? Ancora il suo destino, ancora una lode a Dio.
Data recensione: 20/05/2020
Testata Giornalistica: Il Sole 24 Ore
Autore: Alberto Fraccacreta