Così l’antropologo fiorentino Nello Puccioni (1881-1937) trovava la Libia, «Affrica all’acqua di rose», paragonandola alla Somalia «dove ci si accorgeva, sul serio, di essere sotto un altro cielo»
Così l’antropologo fiorentino Nello
Puccioni (1881-1937) trovava la Libia, «Affrica all’acqua di rose»,
paragonandola alla Somalia «dove ci si accorgeva, sul serio, di essere sotto un
altro cielo». Al di là della testimonianza scientifica sull’attività di ricerca
svolta in Cirenaica, la pubblicazione va segnalata – e qui vanno ringraziati i
curatori – perché queste pagine, pubblicate per la prima volta e senza censure,
ci dicono qualcosa sul colonialismo italiano in quella regione. E vanno a confermare,
ad esempio, che la Cirenaica fu occupata, ma non pacificata, tanto che la
resistenza dei senussi, che Puccioni definisce «organizzata», è ben presente in
tutto il diario. Chiaro che l’antropologo non avrebbe mai potuto esprimere
apertamente il suo punto di vista senza rischiare di essere accusato di
disfattismo e di antifascismo. Ma sul suo diario annota che ciò che la
propaganda in Italia dice delle colonie, dell’andamento della guerra (durata
vent’anni 1911-1931: prima contro l’esercito turco, poi contro la resistenza) e
della colonizzazione agraria non è la verità. E attribuisce le «condizioni
disastrose» ai governanti delle colonie che ritiene incompetenti o ignoranti di
cose coloniali o interessati a mantenere lo stato di insicurezza. Il risultato
scientifico delle missioni libiche, L’antropometria
delle genti della Cirenaica, viene pubblicato in due volumi: nel 1934, l’analisi
e le conclusioni; nel 1936, le tabelle e le tavole fotografiche.
Data recensione: 01/03/2020
Testata Giornalistica: Nigrizia
Autore: ––