Divertente, leggera e senza tempo grazie alle tantissime repliche e ai riadattamenti
Evergreen. La commedia di Augusto Novelli in contemporanea
al Niccolini e a Rifredi. E il 31 dicembre anche al Teatro Aurora di Scandicci
con «Guelfi e Ghibellini». Baronti (Compagnia delle Seggiole): mostra la città
com’era prima dei turisti
Divertente, leggera e senza tempo grazie alle tantissime repliche e ai
riadattamenti che l’hanno resa la più famosa commedia in vernacolo fiorentino.
Da oltre un secolo L’acqua cheta del
drammaturgo e scrittore Augusto Novelli va in scena per raccontare una storia
ancora attuale fatta di discussioni casalinghe, inevitabili preferenze e un
immancabile lieto fine.
Il successo di questo cult del teatro fiorentino ha avuto inizio nel 1908, all’Alfieri
di Firenze, e da allora non ha conosciuto crisi. E in questi giorni di festa
continua a vivere in tre teatri.
Al Niccolini, fino al 4 gennaio, la Compagnia delle Seggiole capitanata da
Fabio Baronti, è sul palco per il terzo anno consecutivo con un allestimento
filologico che riporta l’opera alla sua essenzialità, mentre al Teatro di
Rifredi, fino al 29 dicembre, gli amori intrecciati di Ida e Anita, le figlie
del fiaccheraio Ulisse e della Sora Rosa, sono riproposti dalla compagnia II
Grillo diretta da Raúl Bulgherini. Per Capodanno anche il Teatro Aurora di
Scandicci scommette sulla commedia di Augusto Novelli con la regia di Romano
Manetti e la compagnia teatrale amatoriale della P.A. Humanitas Scandicci
Guelfi e Ghibellini. «È un classico del teatro popolare e ha senso riproporlo
ancora oggi perché è attualissimo – racconta Fabio Baronti, fondatore della
Compagnia delle Seggiole – È un piccolo capolavoro perché rappresenta le
dinamiche che ci possono essere in qualsiasi famiglia. Portiamo la
testimonianza di una Firenze pulita e rispettosa dove si ride. C’è anche grande
saggezza popolare in un impianto drammaturgico perfetto che mostra la città com’era
prima dei turisti, dell’alluvione e della guerra».
Le Seggiole hanno affrontato il riadattamento nel 2008, in occasione del
centenario. «Per la sua facilità di realizzazione molte compagnie hanno
aggiunto scene e gag che non c’erano nel corso degli anni – prosegue Baronti –
mentre noi abbiamo rispettato il testo, le età e i ruoli dei personaggi
restituendo credibilità alla commedia e togliendo le sovrastrutture».
Nella notte di Capodanno di centoundici anni fa Augusto Novelli riuscì a
convincere l’attore Andrea Niccoli a portare in America il teatro popolare in
vernacolo. Di quella lingua è rimasto lo spirito forte, e tra raffiche di
battute c’è la riscoperta di una città che è ancora possibile ritrovare in
alcuni modi di dire e nelle dinamiche. «Vogliamo testimoniare un linguaggio
pulito e asciutto che oggi non è più in uso – conclude Baronti – un linguaggio
garbato che da onore a Firenze e che ci permette di capire da dove veniamo».
Data recensione: 28/12/2019
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Anna Amoroso