Non crediamo che ci sia in Italia una microregione piccola come il Chianti che vanta un numero così imponente di libri
Non crediamo che ci
sia in Italia una microregione piccola come il Chianti che vanta un
numero così imponente di libri, tutta una lettura dedicata ad
un’area geografica così ristretta; ed è difficile trovare ancora
qualcosa da dire che non sia già stato scritto, e riscritto. Le
lettere dell’alfabeto vanno sempre bene per dare una prospettiva
personale (lo abbiamo fatto anche noi in questa collana a proposito
del maiale); ci si può mettere di tutto anche se Enrico Fiori,
l’autore, riconosce che il rischio è dare vita ad un “lavoro un
po’ ibrido”, uno “Zibaldone chiantigiano dove inserire i più
diversi argomenti”. Ma per chi legge ed ama questa regione va bene
così, c’è sempre da imparare qualcosa, e magari anche qualche
critica da fare, e in questo settore i toscani, in particolare
fiorentini e senesi, sono maestri. Ma senza la pretesa di essere
esaustivi vogliamo subito rispondere alla domanda quasi retorica (“si
scrive Vinsanto o Vin Santo?”) che si legge nella presentazione e
nell’ampia dissertazione sulla voce, dove l’autore usa sempre
vinsanto. E allora, provocati, ci possiamo esibire con una breve
dissertazione linguistica sulla vexata quaestio, che abbiamo già
risolto nel nostro vocabolario sul vernacolo fiorentino, perché
siamo nati e cresciuti nella parte di Chianti che oggi viene chiamato
così, per distinguerlo da quello senese che era l’originale.
Naturalmente noi abbiamo sempre detto e scritto vinsanto con o senza
maiuscola, col suo relativo diminutivo, vinsantino che è ancora più
usato, e lo documentiamo con un esempio tratto da Dialoghi narrativi,
scritti da Augusto Novelli: “è buono questo vinsantino! Rimette
subito lo stomaco”. Senza scomodare l’autorità dei vocabolari
linguistici su cui ci siamo documentati, dal Petrocchi al Devoto-Oli,
passando per il Battisti Alessio e il Migliorini. Ci verrebbe voglia
di proseguire con l’analisi di tante voci che ci provocano …e
allora non si finirebbe più; lasciamo invece agli amatori del
Chianti il piacere di leggere queste pagine, e magari scoprire
aspetti non troppo conosciuti o dimenticati della nostra amata zona
di origine.
Data recensione: 01/04/2020
Testata Giornalistica: Toscana Folk
Autore: Alessandro Bencistà