Attraversare tutto l’arco delle Alpi Apuane, da nord ovest verso sud est, da solo e in autosufficienza
Attraversare tutto l’arco delle Alpi Apuane, da nord ovest
verso sud est, da solo e in autosufficienza, in poco più di due settimane, non
è una sfida da poco nemmeno per l’arrampicatore esperto. Gianluca Briccolani,
ex fotoreporter e alpinista appassionato, l’ha affrontata per amore. Tre anni
fa, per i suoi quarant’anni, è partito da Equi Terme con solo uno zaino in
spalla e per diciotto giorni ha dormito ogni notte su una cima diversa, il
Pizzo d’uccello, il Forato, Il Pisanino, la Pania della Croce, da solo sotto le
stelle: praticamente una fuga d’amore. Con delusione cocente compresa però. In
che senso lo racconta lui stesso nel libro “L’altezza della libertà. Viaggio
tra l’essenziale bellezza delle Alpi Apuane” (Polistampa) in cui il diario di
viaggio della traversata è corredato da un centinaio di scatti fotografici,
rigorosamente non modificati graficamente, che in parte saranno visibili alla sede
del Club Alpino Italiano di Firenze (via del Mezzetta 2/m, ore 21-23) per la
mostra dal titolo Erano “solo” montagne –
Dodici opere umane di macelleria ambientale che poi si sposterà a Borgo San
Lorenzo, a Massa e a Carrara. Di quella avventura solitaria sulle cime delle
Apuane la mostra del Cai racconta l’aspetto più tragico: nei suoi diciotto
giorni da alpinista Briccolani ha visto e fotografato le massicce escavazioni
in corso su tutti i versanti, decine e decine di cave attive all’interno del
parco regionale delle Alpi Apuane – dal 2011 geoparco mondiale dell’Unesco –
che stanno letteralmente erodendo la struttura delle montagne, anche oltre i
1200 metri di altitudine. Si tratta di «una delle 43 emergenze ambientali a
livello planetario» secondo il recente documentario “Antropocene. L’epoca
umana” realizzato dai registi canadesi Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier
ed Edward Burtynsky, un’attività che non si può più ammantare dell’antica
tradizione del marmo poiché la produzione maggiore qui è quella del carbonato
di calcio, usato in moltissimi settori. «Nessuno dice nulla di questa immane
tragedia ambientale – dice il fotografo fiorentino – che ha già provocato
l’estinzione di varie specie della flora e della fauna locale nonché seccato ed
inquinato varie sorgenti».
Data recensione: 30/10/2019
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Elisabetta Berti