Di recente, scrivendo d’un artista toscano che ai giorni nostri lavora con la ceramica
Di recente, scrivendo d’un artista toscano che ai giorni
nostri lavora con la ceramica – materia per solito portata a ingentilire – m’è
parso opportuno ragionare invece dell’austerità formale come d’un carattere
che, senza magari troppo generalizzare, reputo peculiare di chi appunto in
Toscana sia nato, cresciuto e si sia poi anche educato all’arte. In quella
circostanza disegnando per sommi capi un percorso dall’antichità ai tempi
attuali – dagli etruschi, cioè, al Novecento – cercavo di confortare la mia
congettura additando i caratteri severi e talora perfino scabri che hanno
segnato ogni stagione della cultura figurativa nelle nostre terre. È una strada
che non batterò di nuovo; ma l’assunto d’allora vale ancor più ora per Adriano
Bimbi, artefice mio conterraneo. Notizia – quest’ultima – che non do a caso, né
per scendere in tratti autobiografici, che sarebbero del tutto irrilevanti. Non
conta l’accidente d’essere entrambi nati negli stessi posti; contano bensì la
natura e la qualità di quei posti; che sono nell’alta Maremma, quella che si suole
definire Maremma livornese. E anche l’accostamento di questi due termini
geografici è indicativo di una cultura, di un’ideologia, di un vocabolario con
caratteristiche generalmente reputate di pasta grezza. In effetti sono luoghi
dove davvero l’approccio agli altri e il gergo stesso hanno sembianze ruvide,
ma i sentimenti sono viceversa insospettabilmente delicati. Come se la gente di
lì si peritasse a manifestare la grazia del suo sentire (a maggior ragione gli
uomini; cui da noi risultano sconvenienti le attitudini garbate). Affetti e
sensi che sono allora austeri e amabili insieme. Sobrietà e gentilezza sono
giustappunto le qualità che informano i piccoli paesaggi di bronzo che Adriano
espone a San Pietro in Bossolo.
Data recensione: 28/09/2019
Testata Giornalistica: Cultura Commestibile
Autore: Antonio Natali