Su questa figura di donna dalla esuberante personalità si sono concentrati i riflettori della mostra in corso a Villa Bardini (Firenze)
La danza come rito sacrale, permeata da uno spirito
dionisiaco, indipendente dai virtuosismi dell’accademia di fine Ottocento è
stata alla base della ricerca artistica di Isadora Duncan che, con le sue
straordinarie pose statuarie, è stata fonte di fascino e ispirazione per molti
artisti, in primis toscani
Su questa figura di donna dalla esuberante personalità si sono concentrati i
riflettori della mostra in corso a Villa Bardini (Firenze) che intende
rispecchiare la profonda impronta da lei impressa sulle arti figurative e
decorative del XX secolo, tra simbolismo e Liberty. Il ritorno alla natura, la
riscoperta del mondo vegetale, la nostalgia dell’antico, di una nuova Età
dell’oro all’insegna del dionisiaco sono lo sfondo in cui si muove la ricerca
di Isadora che sente l’urgenza di una nuova espressione d’arte, la danza
libera, liberata dagli orpelli dell’accademia, capace di far rivivere la
sacralità che un tempo rivestiva nella Grecia antica.
Per Isadora la danza è una religione ed è con la passione della neofita che,
lasciata San Francisco (dove era nata nel 1875), approda al British Museum di
Londra nel 1900 per studiare attraverso la pittura vascolare e la statuaria
greca quei movimenti che rendono la danza un rito sacrale. Per lei le figure
greche sono “formule di pathos” cariche di suggestione per i tempi moderni; la
visione della Duse in un teatro londinese le suggerisce l’importanza
dell’energia vitale La danza come rito sacrale, permeata da uno spirito
dionisiaco, indipendente dai virtuosismi dell’accademia di fine Ottocento è
stata alla base della ricerca artistica di Isadora Duncan che, con le sue
straordinarie pose statuarie, è stata fonte di fascino e ispirazione per molti
artisti, in primis toscani. L’incontro con Rodin, incantato dai profili delle
sue pose statuarie che lo scultore immortalò in una cartella di disegni, e la
sua ammirazione per la vitalità della statuaria rodiniana confermano la visione
della danza come «unità della forma e del movimento, unità ritmica che si ritrova
in tutte le manifestazioni della natura di cui la linea caratteristica è
l’ondulazione».
Data recensione: 01/09/2019
Testata Giornalistica: Arte Dossier
Autore: Marilena Mosco