Cento anni dopo, uno dei sismi più devastanti del Novecento, tra i meno raccontati, torna nelle pagine di Adriano Gasparrini
Il sisma del 29 giugno del 1919 rivive in un libro: per la
prima volta i nomi di tutte le vittime
Cento anni dopo, uno dei sismi più devastanti del Novecento, tra i meno
raccontati, torna nelle pagine di Adriano Gasparrini, con «Quando la terrà
tremò. Il terremoto del 29 giugno 1919 in Mugello» (Edizioni Polistampa). Vicchiese,
ex direttore della biblioteca comunale di Borgo San Lorenzo, l’autore racconta quel
sisma di magnitudo 6.4 che proprio a Vicchio fece gran parte delle vittime, 83
sulle 94 complessive. Tutto è nato dal Fiorino d’Oro che Gasparrini ottenne nel
2017 per un suo precedente saggio: con la piccola somma vinta comprò da un
libraio antiquario un fondo fotografico con molte foto inedite di quel sisma.
Poi, con faticose ricerche negli archivi delle anagrafi, ha per la prima volta ricostruito
i nomi dei tutti i morti. «Il bilancio delle vittime – scrive Gasparrini –
poteva essere maggiore se la fortissima scossa si fosse verificata durante la
notte o in inverno, quando gran parte della popolazione si trovava all’interno della
propria abitazione». Furono subito 88 le vittime, altre 6 persone morirono in ospedale.
Si va dal più giovane, il vicchiese Pietro Marinai, di appena un mese, al più
anziano, don Serafino Lachi, 80 anni, di Dicomano. 210 i feriti che ricevettero
dal governo un sussidio tra le 100 e le 150 lire, 3.358 le abitazioni che
crollarono o subirono danni. «Furono rase al suolo intere borgate, atterrate
pievi millenarie, distrutti antichi oratori, ville, palazzi, torri. L’economia
agricola subì un colpo durissimo con la decimazione del bestiame, l’inagibilità
delle case coloniche e delle fattorie».Il racconto parte dall’alba di quel 29
giugno 1919, quando le prime scosse fecero fuggire dalle case molti mugellani.
Alle 17,06, il grande terremoto: un fortissimo rombo, poi dieci secondi in cui
la terrà tremò dal Tirreno all’Adriatico. Nella tragedia, non mancarono i
miracolati. Il 29 giugno si celebravano i santi Pietro e Paolo e quel giorno, nel
cattolicissimo Mugello, molti partecipavano alle celebrazioni. Così a
Vespignano e a Padule, le chiese crollarono con i fedeli in strada per la
processione del Corpus Domini. Gasparrini ritrova testimonianze, racconta la macchina
dei soccorsi, pubblica le foto delle case distrutte e delle tendopoli, censisce
i danni, illustra la difficile ricostruzione, inquadra la vicenda nello
scenario sociale e politico dell’epoca. «Rinnovare la memoria è l’occasione per
rendere tutti più consapevoli del fatto che la nostra zona presenta un forte
rischio sismico».
Data recensione: 17/07/2019
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Giulio Gori