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Ci fu un'età in cui la fede si rivelava agli uomini attraverso fenomeni misteriosi, simboli nati da un'intelligenza primigenia.

Ci fu un'età in cui la fede si rivelava agli uomini attraverso fenomeni misteriosi, simboli nati da un'intelligenza primigenia. La contemplazione di segni evocativi e geometrie esoteriche ispirava le coscienze e generava sapere. Di quel Medioevo arcano, figlio di un altro paradigma di conoscenza, la contemporaneità riscopre segreti sedimentatati nel tempo grazie alle arti figurative. In una triade armonica si allineava scultura, pittura e ‘figurae’ di un libro antico. Da questa congiunzione felice è nata la mostra “Ernesto Piccolo – Eduardo Bruno. L'età dello spirito. Dante Alighieri e Gioacchino da Fiore”, fino a domani (domenica 30 giugno) nella sala delle Esposizioni dell'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze (via Ricasoli 68 angolo, Piazza San Marco). Sensibilità antica e contemporanea si incrociano, in uno scambio di affinità che attraversa i secoli e che ci racconta, attraverso la contemplazione dell'arte, il pensiero di Gioacchino da Fiore (Celico, 1130 circa – Pietrafitta, 30 marzo 1202). Il monaco visionario fu grande esegeta delle scritture antiche e profeta precursore della spiritualità francescana, nonché ispiratore del viaggio dantesco. I simboli e le cabale oscure di Gioacchino sono stati rielaborati dalle coscienze contemporanee dei due artisti suoi contemporanei, che ne hanno rievocato la forza visionaria e l'energia mistica attraverso culture e dipinti. Nelle sale dell'Accademia sono esposte 25 tele realizzate negli ultimi due anni da un maestro della pittura come Ernesto Piccolo, e 15 sculture di bronzo a terracotta dell'apprezzato scultore Eduardo Bruno. 
Data recensione: 29/06/2019
Testata Giornalistica: La Nazione
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