Un prestito vip e un arrivo straordinario per una donna a cavallo di due secoli, una pioniera che ha avuto il coraggio
Un prestito vip e un arrivo straordinario per una donna a
cavallo di due secoli, una pioniera che ha avuto il coraggio delle proprie
idee. Libera in ogni senso. Dalla collezione di Silvio Berlusconi è arrivata la
Gioia tirrena di Plinio Nomellini,
mentre un misterioso prestatore di Hong Kong si è momentaneamente privato della
Eve au rocher di Auguste Rodin,
affinché l’omaggio alla Musa instabile capace di ispirare numerosi artisti,
colpita da grandi fortune e immani disgrazie (vedi la morte dei figli, ndr),
fosse competo. Protagonista è lei, Isadora Duncan.
La storica della danza Patrizia Veroli, con Rossella Campana ed Eleonora
Barbara Nomellini, ha fornito un importante contributo alla realizzazione della
prima mostra italiana dedicata a una figura quasi mitologica, un’esposizione
curata da Maria Flora Giubilei e Carlo Sisi, e promossa da Fondazione CR
Firenze e da Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, con il patrocinio
del Comune. A passi di danza. Isadora
Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardia – questo
il titolo dell’esposizione allestita fino al 22 settembre nel magico spazio
affacciato su uno dei panorami più belli della città del Fiore – la mostra è
suddivisa fra la meravigliosa cornice di Villa Bardini, che ospita 175 pezzi in
14 sale, e una speciale sezione dedicata alle grandi statue e dipinti,
allestita nell’omonimo museo sulle rive dell’Arno: dipinti, sculture e
documenti, fra i quali molte fotografie inedite, per ripercorrere il legame
della fondatrice della danza moderna con l’Italia e l’influenza che la sua
concezione rivoluzionaria ebbe nel contesto internazionale.
A Firenze Isadora Duncan, antesignana delle “danze libere” in radicale rottura
con i rigidi schemi della danza accademica, a favore della totale espressività
dei movimenti e dell’interpretazione emotiva, si esibì per tre volte (il 25, 27
e 28 ottobre 1902), sul palco del Circolo degli Artisti. «Mai era stato
proposto un focus così analitico sulla presenza della “danzatrice scalza” in
Toscana e nel nostro Paese – interviene Carlo Sisi – . Con grande orgoglio
posso dire che questa rassegna, dal respiro sicuramente internazionale, vanta
prestiti straordinari». Fra questi, arrivato pochi giorni prima dell’inizio del
la mostra e finito di rigore sulla copertina del catalogo edito per i tipi di Polistampa,
il grande ritratto Gioia tirrena
realizzato da Plinio Nomellini nel 1914 dopo aver visto Isadora, arrivata su
invito della Duse, danzare sulla spiaggia di Viareggio.
L’opera è stata eccezionalmente concessa in prestito da Silvio Berlusconi: l’ex
premier è infatti il proprietario della metà di destra, mentre la parte
sinistra del dipinto (diviso in due parti) appartiene agli eredi del maestro
toscano. Gioia tirrena (così fu
intitolato in quell’occasione) venne esposto intero solo nel 1966 per il centenario
della nascita di Nomellini, al Museo Fattori di Livorno e a Palazzo Strozzi a
Firenze. Ricomposto nel 1989, in occasione della mostra Nomellini - La Versilia al Palazzo Mediceo di Seravezza, il grande
olio si tela venne poi veduto da Carla Fracci e BeppeMenegatti che ne usarono
la riproduzione nello spettacolo su Eleonora Duse e Isadora Duncan.
Per l’occasione è arrivata a Firenze anche la candida Eve au rocher, scultura di Auguste Rodin, ispirata alla figura
della rivoluzionaria danzatrice, giunta sulle rive dell’Arno dal lontano
Oriente. Eccezionale prestito di un collezionista di Hong Kong, l’opera in
marmo bianco, alta poco meno di un metro, datata 1905-1906, si è amalgamata
alla perfezione agli altri pezzi che danno vita allo studiatissimo percorso
espositivo. Rodin conobbe Isadora, la ‘jeune danseuse’ di cui gli aveva parlato
l’amico pittore simbolista Eugène Carrière che la ritrasse in un bel dipinto
del Museo d’Orsay, oggi esposto nella mostra a Villa Bardini. Fu un incontro
significativo e fruttuoso sia per lo scultore, sia per la danzatrice, che per
lui posò in atelier e danzò a Vézely, il 30 giugno 1903, in occasione del
banchetto e della festa che vennero offerti all’artista francese dagli amici in
onore della sua nomina a comandante della Legione d’onore. Altri tempi, altre
occasioni.
Data recensione: 27/05/2019
Testata Giornalistica: QN - Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno
Autore: Letizia Cini