Eleonora di Toledo giunse a Firenze, in pompa magna, sull’onda delle celebrazioni delle nozze
Eleonora di Toledo giunse a Firenze, in pompa magna,
sull’onda delle celebrazioni delle nozze con Cosimo I, che aveva conosciuto
sette anni prima nella sua Napoli dove era stata cresciuta tra fasto e rigore,
quando si parlava di dare in sposa al Medici la sorella maggiore, brutta e con
la salda reputazione di scimunita. Era bella, virtuosa, e severa, aveva trovato
una sua maestra nella savia Bienvenida Abrabanel, fiore di Sefarad. Dette dieci
figli al suo sposo, e determinò un radicale cambiamento nell’immagine della
dinastia. Fu la sagace regista dell’acquisto di Palazzo Pitti, reggia acquisita
dalla famiglia che troppo aveva mirato in altro, e trasformata in luogo d’arte e
delizia. Ebbe reputazione di durezza ma temperò la sua immagine con larghe
beneficienze e commissioni agli artigiani. Mirabile è la sua veste nei ritratti
celeberrimi del Bronzino, dove l’eleganza è concentrata sul dettaglio, mentre
rigorosissimo è il taglio. Tra zimarre all’ungheresca, velluti con ricci d’oro
e d’argento, sottane color pavonazzo e tanè, scuffie tramate di perle, che
comparivano anche sull’abito, tramate nella stoffa del vestito, scorre nei
ritratti un vero e proprio tesoro di tessuto, di cui rimangono i rovinatissimi
frammenti del busto e della gonna che fecero parte dell’abito funebre. Ne
ricostruiscono le vicende Roberta Orsi Landini e Bruna Niccoli nella ricca monografia
«Moda a Firenze 1540-1580» edita da Pagliai Polistampa.
Data recensione: 14/07/2019
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Luca Scarlini