Scenari urbani contemporanei attinti dalla realtà o dalla memoria dei numerosi luoghi visitati per lavoro in diverse città europee
Scenari urbani contemporanei attinti dalla realtà o dalla
memoria dei numerosi luoghi visitati per lavoro in diverse città europee, alcune
italiane, l’attimo colto al volo, l’istantanea che rivela il carattere di personaggi
incontrati per caso, scintilla che scocca, esortazione a rappresentare con la
tecnica fluida e leggera dell’acquerello il momento che non deve andare perduto.
Andrey Esionov con una maestria inarrivabile realizza opere di indicibile leggerezza
e complessità come fossero pensieri disincantati e ironici sulla realtà, i
gusti, gli atteggiamenti, i modi di vivere il presente delle persone nel
contesto urbano, congelando quell’attimo che andrebbe inevitabilmente perso e
storicizzandolo in una perfetta rappresentazione pittorica.
All’Accademia delle arti del disegno di Firenze si inaugurerà il 5 marzo la
mostra di acquerelli a lui dedicata Neo-nomadi e Autoctoni. Più di cinquanta
opere raggruppate per aree tematiche: sono lavori di eccellente esecuzione
formale dai quali traspaiono suggestioni simboliche, apparentemente innocue,
dal sapore ironico e vagamente canzonatorio. Per anni ha disegnato «sotto
voce», mentalmente, mandando a memoria e accumulando immagini che
inconsciamente sentiva di dover restituire in modo fisico, al momento giusto,
sul foglio di carta.
Andrey Esionov è un artista russo di talento, nato nel 1963 a Tashkent in
Uzbekistan, cresciuto in un ambiente orientale, uno scenario dai colori
brillanti sia nel paesaggio che nelle decorazioni architettoniche. Nei suoi
dipinti si respira una forte tradizione accademica e si palesa un’abilità
professionale ad alto livello.
La sua pittura comparve inaspettata nel 2016 e la qualità delle opere risvegliò
da subito un forte interesse da parte della critica tanto che Alexander
Yakimovich, critico e storico dell’arte, lo presentò come il «fenomeno
Esionov». L’allora sconosciuto artista in realtà si era formato a metà degli
anni Ottanta, presso l’Università nazionale d’arte e di teatro Alexander Ostrovsky
di Tashkent, mostrando un talento non comune per il disegno e la pittura che
annunciava una solida carriera. In quegli anni di glasnost’ e perestrojka, in
un momento storico di profonda mutazione per l’Unione Sovietica, Esionov preferì
però misurarsi in ambiti diversi, diventando imprenditore e confrontandosi con
realtà per lui nuove, nelle varie città europee che frequentava «per assorbire il
mondo — come affermerà anni dopo in un’intervista —, per farlo scorrere dentro
di sé», per arricchirsi di esperienze. Dopo una ventina d’anni nei quali il
disegno è per lui solo un esercizio interiore, emerge con prepotenza il bisogno
di «respirare» attraverso la pittura a olio e l’acquerello. Perciò progetta e
realizza un atelier e riprende a dipingere. Riacquista in pochi mesi l’abilità
e la pienezza di un talento che era solo sopito, valorizzato dalla giovanile
formazione accademica. Dipinge ritratti simbolici di russi famosi che contribuiscono
a diffondere la sua fama. È una stagione d’inteso lavoro proficuo e di mostre,
all’interno di contesti prestigiosi, seguite con interesse dalla critica. Il
suo stile figurativo e la sua tecnica magistrale continuano a stupire.
La modalità con la quale si affaccia al mondo dell’arte, dopo una lunga pausa
al termine degli studi accademici e la sua completa estraneità alle dinamiche
del mercato, gli consentono, da vero outsider, di potersi scegliere gli ambiti
e le tematiche sui quali lavorare, senza dover sottostare alle convenzioni di
un ipotetico percorso formativo.
L’acquerello è una pratica tradizionale, e per Esionov la maestria con cui
domina questa tecnica non è l’aspetto più importante, perché lui reinterpreta
il mezzo con una visione più moderna, utilizzando al meglio la capacità
selettiva che le mascherature e la pittura sulla carta bagnata offrono.
Nell’epoca degli infiniti procedimenti di produzione, dove le immagini sono
ottenute con una definizione senza precedenti e da un numero sempre maggiore di
soggetti, ma che tradiscono una sconsolante piattezza emotiva, Esionov utilizza
un medium che spiazza per la sua classicità, per ribadire la propria presenza
nella realtà. I suoi acquerelli non sono semplici reportage, ma offrono uno
sguardo attento sull’umanità quasi marginale intenta in attività effimere o anonime
consuetudini, parte stessa di uno scenario più complesso rappresentato dal panorama
urbano circostante. Esistenze percepite come figure umane inglobate in un complesso
mosaico che l’artista estrapola, restituendone un’individualità che le rende protagoniste.
La sua narrazione per immagini si presta a più livelli di lettura. Lo sguardo
dell’artista va oltre l’impeccabile tecnica e la rappresentazione oggettiva di momenti
di vita, si spinge verso una figurazione allegorica nella quale affiora una dimensione
onirica e metaforica, contrapponendo la modernità e la tradizione nei suoi
soggetti. I suoi disegni offrono un punto di vista su un’altra dimensione, al
limite dell’inquietudine: un giovane «veleggia» tranquillo e scanzonato in
skateboard su una pista d’atterraggio, ignaro del jet alle sue spalle forse non
udito; ecco due ragazzotte serene, abbigliate in modo grossolano, daga alla
mano, che passeggiano incuranti delle teste da loro mozzate e lasciate sul
selciato; un poetico scorcio di Venezia fa da scenario muto all’operosità di un
uomo di colore che pulisce guano di piccione; sulla panchina le signore, dal
volto stanco e dal corpo sformato, chiacchierano mentre sullo sfondo troneggia
un graffito definitivo come una sentenza, no fate, nessun destino. Sono momenti
sospesi nei quali la realtà e i fantasmi dell’autore si fondono andando oltre
la mera rappresentazione.
C’è un filo che collega le opere di Esionov alla prestigiosa istituzione
vasariana, che le accoglie in questa prima personale italiana: il virtuosismo
tecnico dei suoi acquerelli è il risultato di un lungo studio e minuziosi
disegni a matita che tracciano con precisione gli spazi, i colpi di luce e le
tonalità della composizione, un chiaro rimando alla filosofia del Vasari per il
quale il disegno è posto al di sopra di ogni altro principio ed è considerato
il padre generatore di tutte le arti. «La potenza della luce che irradia dagli
ambienti e dalle figure stesse è dunque esaltata, e conferisce un tratto
identitario agli acquerelli di Esionov – scrive Cristina Acidini, presidente
dell’Accademia delle arti del disegno –. Una chiarità ora diffusa ora
lampeggiante pervade le composizioni: una trasparenza interna dà consistenza cristallina
alle forme e insieme suscita riflessi fantasmatici, che si sciolgono nelle pennellate
liquide dei fondali appena mossi e quasi indistinti».
Data recensione: 03/03/2019
Testata Giornalistica: Corriere della Sera - La Lettura
Autore: Andrea Fanti