Tutti conoscono l’Aquila o il Drago di Siena, simbolo di due delle contrade, ma pochi sanno che Aquila a Drago sono stati
Libri. Dall’agnello alla vipera passando per leoni,
unicorni, scimmie, api, pesci e cammelli. Nel volume di Luciano e Ricciardo
Artusi viaggio tra gli animali reali o fantastici della città
Tutti conoscono l’Aquila o il Drago di Siena, simbolo di due delle contrade, ma
pochi sanno che Aquila a Drago sono stati importanti anche per Fiorenza. E
forse per questo Luciano e Ricciardo Artusi hanno scelto l’inconsueto filo conduttore
degli animali per raccontare Firenze, «aneddoti, storia, cronaca, ricordi, miti
e leggende». Piccole-grandi storie che uniscono amore per la città e conoscenza
profonda di ogni singola pietra e angolo. Così il libro dei due Artusi Gli animali nella storia di Firenze
(Sarnus), andando in ordine alfabetico dall’agnello alla vipera racconta pezzi
dell’infinito mosaico lungo due millenni della città, con garbo e l’aiuto di
molte illustrazioni oltre che di conoscenza approfondita e curiosa. Nelle quasi
trecento pagine si trova tutto dei leoni che adornano la base della fontana e
che prima facevano parte del basamento di un’altra fontana commissionata al
Giambologna da Francesco I a metà Cinquecento. Restando in tema, una scimmia
molto più «moderna», datata metà del Novecento si trova sopra la fontanella di
piazza Tanucci, mentre una scimmietta sorveglia il portone del Casino mediceo
di San Marco, in via Cavour, realizzato per Francesco I che si dilettava in
alchimia e forse la scimmietta rappresenta la curiosità. E ancora, il drago era
verde in campo rosso, raffigurato su uno dei Gonfaloni in cui era diviso il
quartiere di Santo Spirito e che comprendeva via dei Serragli, via del
Campuccio, piazza Frescobaldi e il Torrino di Santa Rosa; ma era anche il drago
e basta, emblema della vigilanza militare, scelto da un Gonfalone del quartiere
di San Giovanni, all’ombra della cattedrale. Scorrendo le pagine a fianco al
celebre Porcellino, un cinghiale in realtà, che porta fortuna a chi gli
struscia il naso, c’è la leggenda dello scorpione che punse lo scettico
Anselmo; c’è Lupo, il famoso artigliere che durante l’assedio di Firenze bombardava
con il suo tiro precisissimo dal campanile di San Miniato le truppe imperiali, e
poi si incontrano le api del monumento equestre di Ferdinando I de’ Medici in piazza
Santissima Annunziata con il tradizionale indovinello su quante siano, 91, 99, 100...
(provate a contarle, è difficilissimo). Tra gli animali di Firenze c’è anche la
mula, che si è meritata un suo monumento nel grande cortile dell’Ammannati a
Palazzo Pitti in ricordo della mula condotta da un certo Antonio di Pasquino da
Lastrico di Pozzolatico, carrettaio , che per venti anni portò pietre e marmi
per costruire il palazzo e che morì sul «posto di lavoro» ed era così buona ed
apprezzata che nel 1575 fu ricordata appunto con il bassorilievo nel cortile. Ci
sono i mitici unicorni (uno dei Gonfaloni del quartiere di Santa Maria Novella)
e il grifone (emblema che campeggiava nello stemma dei Martelli), la
meravigliosa chimera etrusca ritrovata nelle campagne aretine ed esposta al
museo archeologico di Firenze, gli umili piccioni, ranocchi e pesci, come
quelli che hanno dato nome alla elegante loggia che oggi si trova in piazza dei
Ciompi e che era al mercato vecchio, il grillo e la mitica festa alle Cascine in
suo nome, fino alla vipera, anch’essa insegna di un Gonfalone, e alla vespa dei
Vespucci e di Amerigo che dette il nome al nuovo continente. E per i più
nostalgici tra i fiorentini del secolo scorso c’è anche la foto di Canapone, il
mitico cammello dello Zoo delle Cascine che rimase travolto dall’alluvione del 1966
e morì. Insomma, il libro è un viaggio attraverso luoghi noti e meno noti della
città; e come scrive il sindaco Dario Nardella nella prefazione, «scoprire e
descrivere Firenze è un’avventura praticamente senza fine, nello spazio e nel
tempo, e per chi vuole viverla come un’esperienza, questo volume è una premessa
impareggiabile ».
Data recensione: 07/02/2019
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Mauro Bonciani