C’è in Italia una linea di pensiero, minoritaria, almeno fino alle rivoluzioni del 1989, ma nobile
C’è in Italia una linea di pensiero, minoritaria, almeno
fino alle rivoluzioni del 1989, ma nobile; quella degli ammiratori del modello
democratico-liberale e capitalistico e della modernità per come si è dispiegata
in Europa e in Occidente negli ultimi due secoli: si possono ricordare i nomi
di Piero Melograni, Luciano Pellicani, Sergio Ricossa, Domenico Settembrini,
Roberto Vivarelli. Questa linea di pensiero di fronte ai cambiamenti epocali
del 1989-1991 ha assunto posizioni diverse: Roberto Vivarelli si è interrogato,
a partire dagli anni Duemila, sulle sorti di una modernizzazione occidentale
che, pur essendo giunta a dominare il mondo, aveva da tempo smarrito il nesso
tra progresso materiale e progresso morale (valga per tutti il suo I caratteri dell’età contemporanea del
2005); anche Luciano Pellicani, nei suoi ultimi lavori (in particolare L’Occidente e i suoi nemici del 2016),
dopo aver a lungo difeso le ragioni di Atene (e della aperta «società commerciale»)
contro Sparta, ha constatato i rischi di prevalenza su Atene di Cartagine, con
l’affermazione di un’idea di commercio fine a se stessa, svincolata dall’idea
di libertà e dagli altri valori della società aperta. Domenico Settembrini (si
pensi al suo Democrazia senza illusioni
del 1994) ha invece continuato a difendere la contemporanea società democratica
come, per riprendere l’espressione di Churchill, modello peggiore possibile con
l’eccezione di tutti gli altri storicamente realizzatisi, ponendosi contro
altre voci liberali (Popper, Sartori) che ne lamentavano, nei primi anni
Novanta, la decadenza e la perdita di vigore morale.
Danilo Breschi, con gli interventi raccolti in questo bel volume, si pone come erede
di questo tipo di riflessione e si dimostra pienamente all’altezza di questi grandi
maestri. I diversi saggi commentano l’attualità, anche tragica (come gli attacchi
di Parigi del gennaio e del novembre 2015), degli ultimi anni ma anche libri e
film usciti nello stesso periodo. Essi si mantengono in un singolare equilibrio
tra le due posizioni sopra ricordate: Breschi si dimostra scettico verso le
voci che auspicano un liberalismo maggiormente «armato» di valori e di coesione
morale e difende la modernità occidentale dalle accuse di relativismo e di
materialismo, prezzi da pagare inevitabili se si ha a cuore la libertà. Al
tempo stesso però l’autore insiste sulla necessità dell’educazione, nella
consapevolezza che, per ridurre il problema all’osso, per vivere in libertà e
difendere la libertà propria e altrui occorre concepire un orizzonte ideale e
morale che vada oltre la propria esistenza materiale. Siamo, insomma, come
europei ed occidentali, inevitabilmente sospesi tra Atene e Gerusalemme.
Data recensione: 01/12/2018
Testata Giornalistica: Ricerche di Storia Politica
Autore: Andrea Frangioni