Indagata dalla Buonfiglioli con ricerche di grande impegno e finezza critica, oltreché con apprezzabile chiarezza
Indagata dalla Buonfiglioli con ricerche di grande impegno e
finezza critica, oltreché con apprezzabile chiarezza espositiva esposte in un
volume formalmente accurato, la tradizione della commedia ne evidenzia la
singolare ricezione europea: l’attribuzione a Lepidus di una Philodoxeos fabula concepita nella
Bologna della goliardia come sfrontato falso umanistico inganna de facto la maggior parte dei
contemporanei (ma non Albrecht von Eyb); la commedia stessa riscuote successo
tra gli studenti delle università dell’Italia settentrionale ed entra nelle biblioteche
private di famiglie come i Barbarigo e i Wertemberg, non rimanendo estranea
neppure ai programmi scolastici di un Guarino da Verona o di un Vittorino da
Feltre. Dopo circa un decennio, l’Alberti la rielabora, rivelandosene l’autore
e inserendola negli ambienti di corte con la dedica a Leonello d’Este. Sarà in
tale sua seconda redazione e nella sua dichiarata attribuzione al “moderno”
Alberti che la commedia verrà per la prima volta stampata, a Salamanca, nel
1501, in un’edizione dichiaratamente curata da Francisco Quirós per esaudire la
richiesta dei proprî studenti di retorica. A chiudere efficacemente questo
nostro resoconto, e insieme a evidenziare lo sviluppo in certo modo circolare
della diffusione della commedia, valgano allora le seguenti parole della
Buonfiglioli: “La Philodoxeos fabula, apertamente attribuita all’Alberti, è
stata […] utilizzata come testo di studio accanto agli autori latini,
diventando essa stessa, proprio dopo essere stata definitivamente svincolata dal
nome di Lepidus, un nuovo classico [pp. 82 s.]”.
Data recensione: 01/07/2018
Testata Giornalistica: Albertiana
Autore: Nicolle Lopomo