Fillide Giorgi, con l’amica Leonetta Pieraccini, era stata allieva di Giovanni Fattori: entrambe furono poi legate
Fillide Giorgi, con l’amica Leonetta Pieraccini, era stata
allieva di Giovanni Fattori: entrambe furono poi legate al severo magistero di
Giovanni Costetti, temperato di simbolismo nordico. Le due signore della
pittura, compagne di studi, erano in contatto continuo, come anche lo erano i
consorti, Arrigo Levasti, studioso di mistica e filosofia (a cui è intitolato
il lascito della sua biblioteca specializzata a San Marco) e Emilio Cecchi, di
cui la moglie firmò un notevole ritratto nel 1919, conservato all’Archivio
Contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Vieusseux. I riferimenti della sua opera
rimandano a Cézanne, in primo luogo, con una sequenza di nature morte, dalle sobrie
gamme cromatiche, come quella che compare nel bel Ritratto di Arrigo che legge del 1918. Altrettanto felice una
sequenza di bozzetti fiorentini, che permettono allo storico di ricostruire ambienti
e atmosfere, scene di esistenza di tutti i giorni, come Dalla modista (1913), Merenda
alle Cascine (1913), Ponte rosso (1930),
fino ad approdare all’incantevole opera-manifesto Vita quotidiana (1952) conservata alla Galleria d’Arte Moderna. Una
ampia selezione delle opere dell’artista compare ora nell’interessante mostra Artiste, curata da Lucia Mannini e Chiara
Toti allo Spazio Mostre della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, con un
articolato catalogo edito da Polistampa.
Data recensione: 30/09/2018
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Luca Scarlini