Pirandello fu fascista? A questa domanda, a lungo declinata, ha cercato di dare risposta Ada Fichera in Luigi Pirandello
Pirandello fu fascista? A questa domanda, a lungo declinata,
ha cercato di dare risposta Ada Fichera in Luigi
Pirandello. Una biografia politica (Edizioni Polistampa). La polizia politica
nello schedare il drammaturgo siciliano lo definiva «fascista di quelli che
portano il distintivo all’occhiello ma non nel cuore». In realtà, spiega
Fichera nel suo studio, Pirandello fu un fascista convinto. Basti pensare alla
sua iscrizione nel settembre 1924, in piena crisi seguita al delitto Matteotti,
con un lettera pubblica al quotidiano “L’impero” in cui dichiarava la sua «fede
nutrita» per l’opera di ricostruzione e rinnovamento del fascismo. Pirandello
aveva conosciuto Mussolini nell’ottobre 1923. Ammetterà: «ho grandissima stima
di lui». Il duce ricambierà sostenendo finanziariamente il progetto il Teatro dell’Arte,
pur consapevole del «brutto carattere» di Pirandello che sarà tra i firmatari
del Manifesto degli intellettuali fascisti, membro dell’Accademia d’Italia e
donerà, nella giornata dell’oro alla patria, quattro medaglie, tra cui quella
del Nobel da poco ricevuto.
Data recensione: 30/06/2018
Testata Giornalistica: L’Avvenire
Autore: Nazareno Giusti