«Tra pittura e bordello»; è dedicato alla vita, vera, di Agostino Tassi il bel libro della studiosa Maurizia Tazartes
«Tra pittura e bordello»;
è dedicato alla vita, vera, di Agostino Tassi il bel libro della studiosa
Maurizia Tazartes, apprezzata storica e critica d’arte, uscito per Mauro
Pagliai Editore. Agostino Tassi, eccezionale pittore di paesaggi, architetture
e scenografie, uno dei migliori nella Roma del Seicento, è un nome ben
conosciuto a Pisa per un’altra ragione. Egli fu difatti accusato e condannato
per lo stupro di Artemisia Gentileschi, la pittrice figlia di Orazio (anch’egli
pittore e appartenente alla cerchia di Caravaggio) e autrice di meravigliosi
dipinti, molti dei quali acquistati dalla Fondazione Pisa ed esposti al Palazzo
Blu.
Propri qui, nel 2013, fu organizzata una mostra dedicata a questa straordinaria
e unica rappresentante della pittura italiana del Seicento, e nell’occasione la
stessa autrice del libro in oggetto ebbe modo di raccontare le pieghe delle
stupro che Artemisia subì dal Tassi e che ora trova posto nel sesto capitolo.
«Agostino era un seduttore inarrestabile – scrive l’autrice –. Non gli erano
bastati né il processo per incesto con la giovane cognata, né la frequentazione
delle prostitute romane, con cui conviveva alla Lungara. Aveva posato gli occhi
sulla attraente Artemisia, ragazza libera per i tempi, florida e provocante,
già ottime pittrice».
Tassi, ricorda l’autrice, era uno dei pochi che potesse frequentare Artemisia
perché le dava lezioni di disegno e prospettiva. «Anch’ella si era invaghita di
lui – scrive l’autrice – non tanto per la sua abilità di pittore, ma perché era
suo maestro di disegno». Lo stupro avverrà il 6 maggio 1611 e, con la
complicità di una vicina di casa, Tassi commette la violenza su Artemisia che,
per questo, lo porterà a processo.
Nel libro della Tazartes sono riportati atti e testimonianze del processo che
la giovane intentò al Tassi, già condannato per incesto ( nel 1619 ci ricadrà).
Viene fuori il carattere di una donna determinata e fuori dal suo tempo: «la
ragazza era sveglia, forte, sapeva difendersi, rispondere, sopportare non solo
le varie visite ginecologiche, ma anche la tortura alle nani per farle
confermare, tra atroci dolori, la sua verità. E lei non aveva ceduto, aveva
ribadito la violenza, rischiando di rovinarsi le dita delicate».
Molti altri sono i capitoli accattivanti del libro «Tra pittura e bordello. La
vera vita di Agostino Tassi», scritto come un romanzo, ambientato nel contesto
storico in cui il protagonista visse attraverso fatti reali, ripresi da
documenti del tempo, epistolari e carte d’archivio.
Il libro principia dalla fine, da una sera d’autunno del 1643, mentre il Tassi
a 65 anni viene «dipinto» dalla penna di Maurizia Tazartes in una atmosfera di
profonda malinconia: « Sdraiato sul letto, vedeva Roma e i suoi tetti. Pensava
ai vicoli, alle taverne, alle donne. Ai suoi grandi e piccoli dipinti, fatti
per la crème romana». Come gli affreschi con Figure esotiche eseguiti con Giovanni
Lanfranco e Carlo Saraceno nella Sala Regia del Palazzo del Quirinale, o come
il Concerto Musicale con Apollo e le Muse realizzato con Orazio Gentileschi per
Palazzo Pallavicini-Rospigliosi. Di esse sono raccolte nel volumetto anche
alcune riproduzioni. Fra i libri più recenti di Maurizia ci sono «Artemisia
‘tintora’ romana» (Sillabe 2013), «Orazio Gentileschi ‘astratto e superbo
toscano’» (Mauro Pagliai 2016), «Artemisia Gentileschi» ( Skira 2013).
Data recensione: 18/03/2018
Testata Giornalistica: La Nazione
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