Monili preziosi che si intrecciano a storie di vita. "Una vita a gioiello" di Patrizia di Carrobio (edizioni Polistampa 2017) presentato il primo maggio
Il suo libro, di cui è
uscita un’edizione in inglese (“Be Jeweled”), presentato nello spazio Poliform
di Madison Avenue e alla Casa NYU
Monili preziosi che si intrecciano a storie di vita. "Una vita a
gioiello" di Patrizia di Carrobio (edizioni Polistampa 2017) presentato il
primo maggio a New York e poi ancora il 23 maggio alla Casa Italiana Zerilli
Marimò. L’autrice, famosa mercante di diamanti, pietre preziose e gioielli
vintage, si racconta alla Voce e spiega perché la sua ultima fatica editoriale,
oltre a parlare di gioielli, parla anche di lei
Monili preziosi si intrecciano a storie di vita. Ricordi di vita passata si
incastonano tra racconti di perle e pietre preziose. Una vita a gioiello (edizioni Polistampa 2017), terzo e ultimo
libro di Patrizia di Carrobio, è stato da poco pubblicato nell’edizione in
lingua inglese Be Jeweled e sarà presentato il 1 Maggio a NY nello spazio
Poliform di Madison Avenue e il 23 Maggio alla Casa Italiana Zerilli -Marimò.
Un po’ memoir in terza persona, un po’ manuale di gioielli, con Una vita a
gioiello Patrizia, famosa mercante di diamanti, pietre preziose, gioielli
vintage, vuole condividere con i lettori la sua passione per i gioielli,
regalando aneddoti didattici e informativi, e la sua vita da poliglotta e
cittadina del mondo.
Nata a Montreal, ha vissuto a Roma, Milano, Bruxelles, Londra, prima di
arrivare a New York nel 1980. Il padre voleva che lavorasse come traduttrice ma
lei, laureata in scienze politiche, messa da parte la sue esperienza alla
Comunità europea , decide che quella per i gioielli non sarebbe stata solo una
passione. Una delle prime donne banditrici d’asta di Christie’s, dove in poco
tempo e’ diventata “Head of the Jewelry department, Patrizia viaggia per il
mondo alla ricerca di monili preziosi e incontra i suoi clienti nel suo ufficio
nel Diamond District.
Appassionata di musica, il suo salotto di casa è diventato negli ultimi anni un
appuntamento mondano dove si esibiscono talentuosi e famosi musicisti italiani.
Del mondo dei monili e pietre preziose ama la bellezza e il fatto che i
gioiellli “rappresentano molte espressioni e sentimenti ma soprattutto il genio
umano. Quello di chi crea un gioiello, dell’artigiano che lo realizza”.
Una vita a gioiello è il tuo terzo libro
che parla di gioielli ma in realtà non è un libro sui gioielli. Forse è uno
scritto a metà tra il memoir e un racconto?
“Indubbiamente è un libro che parla di gioielli ma a differenza dei
precedenti due, racconta anche di me. Il lettore alla fine del libro
sicuramente ha più informazioni sui gioielli ma anche su di me. Ho pensato di
scrivere questo libro, fornendo informazioni sulla mia vita personale, dopo che
alcuni amici e lettori mi hanno chiesto di voler leggere qualcosa anche di me,
oltre che dei gioielli”.
Come mai hai deciso di usare la terza
persona nel raccontare le tue storie?
“Una scelta stilistica pienamente concordata con il mio editore. La terza
persona ci è sembrata la soluzione più discreta, adeguata”.
Da cosa nasce la passione per i gioielli
e quando hai capito che sarebbe diventato un vero e proprio lavoro?
“Mia madre ha sempre sostenuto che io fossi sempre stata curiosa e
appassionata di gioielli sin da bambina. Una passione che, sembra abbia
ereditato da mia nonna. Dico sembra perchè ho scoperto successivamente di
questo suo amore per i gioielli. Mio padre voleva che lavorassi come
traduttrice ma il mio lavoro a Brusseles, ai tempi nella Comunità europea,
sapevo che non era quello che volevo”.
Sei stata la prima banditrice d’asta da
Christie’s nel reparto gioielli, all’inizio degli anni 80, in un periodo in cui
questo lavoro era esclusiva degli uomini. Quello dei gioielli è ancora un mondo
dominato da uomini?
“Ho iniziato da Christie’s a Londra nel 1979 e loro mi dissero esplicitamente
che le donne non potevano lavorare nel settore gioielleria. Quando poi il mio
ex marito mi chiese di scegliere se trasferirci a Parigi o New York, ho scelto
a NY perché sapevo che c’era spazio per una donna in questo settore ed è a NY
che ho iniziato a lavorare nel dipartimento gioielleria come banditrice d’asta.
Sono stata la prima donna a bandire all’asta gioielli per Christie’s. Un lavoro
che mi ha sempre dato molta adrenalina, grande capacità di concentrazione, per
me che sono abituata a fare molte cose contemporaneamente. Bandire all’asta è
come andare in bicicletta: una volta imparato non si scorda più. Oggi ci sono
più donne ma non tantissime a lavorare nei gioielli, anche se io non ho mai
usato la femminilità come strumento per chiudere un affare ma solo la mia
conoscenza, tecnica, esperienza. Lavorando spesso insieme al mio ex marito,
entrambi siamo consapevoli che in alcune situazioni il fatto che sia un uomo o
una donna a chiudere una trattativa fa la differenza. Oggi non è raro trovare
una donna ma trovarne una che abbia molte sfaccettature nel fare questo
lavoro”.
Cosa conta in questo lavoro e quali sono
le soddisfazioni più grandi?
“Conoscenza, tecnica, passione e grande intuito. La bellezza in questo
lavoro è essere quotidianamente circondata da bellissimi oggetti, che siano
gioielli di valore o meno, sono sempre cose belle. È bello anche il semplice
fatto di venire materialmente a contatto con queste cose, guardarle,
ammirarle”.
I gioielli sono legati a diverse
espressioni e sentire umano: bellezza, potere, soldi ma anche energia e
terapia. Che valore assumono nella tua vita i gioielli, le pietre, che scegli?
“Rappresentano molte espressioni e sentimenti ma soprattutto il genio
umano. Quello di chi crea un gioiello, dell’artigiano che lo realizza”.
Nel libro parli del valore simbolico dell’anello
anche se racconti di non averne ricevuto uno legato ad una proposta di
matrimonio. Pensi che ancora oggi l’anello assuma ancora un importante
significato?
“Non dico sia una necessità ma ancora rappresenta un significato importante
che fa riferimento ad un legame sentimentale. È strano nel mio caso, per il
tipo di lavoro che faccio, di non averne mai ricevuto uno dai miei due
precedenti mariti. Nel primo matrimonio, ero io a non volerlo, nel secondo
invece, fu lui a non regalarmelo”.
Cosmopolita e poliglotta, nel tuo libro
ci sono molti posti che ti stanno a cuore ma sopratutto NY e la Sicilia
(Palermo e Pantelleria) . Che ruolo hanno questi luoghi nella tua vita?
“Sono nata in Canada, a Montreal, ma non ho mai avuto un senso di
appartenenza con la terra che mi ha dato i natali. Ho vissuto a Roma, Milano,
Brussels, Londra e NY. È soprattutto nella Grande Mela, dove vivo da quasi 30
anni, che mi sono formata da adulta sia a livello professionale che personale.
La Sicilia è sempre nel mio cuore perché mia mamma è di origine siciliana e
ogni anno trascorrevo le mie estati a Palermo e Pantelleria. Manhattan e
Pantelleria sono due isole opposte ma alle quali sento di appartenere ad
entrambe. Ho bisogno di Pantelleria per poter vivere l’energia di Manhattan e
di quest’ultima per godermi la meditazione e la bellezza del Mediterraneo”.
I luoghi culto a NY per vivere l’atmosfera
del commercio legato ai gioielli.
“La 47esima strada, anche se ha perso l’atmosfera di una volta e oggi non ha lo
stesso fascino del passato, quando gli affari si facevano per strada e si
respirava il sapore della contrattazione. Rimane però una tappa da fare”.
Geografia e antropologia umana del gioiello.
Un profilo dei tuoi clienti in base alla geografia.
“I miei clienti vengono da tutto il mondo e variano: dalle grandi maison
della gioielleria ai commercianti, il privato. I medio orientali sono quelli
che amano lo sfarzo e meno la qualità, gli europei dipende da cosa vogliono,
gli americani dipende da dove vengono, possono essere estrosi o conservatori.
Alcuni asiatici, come gli indiani, amano lo sfarzo, altri sono piú
minimalisti”.
C’è qualche episodio di un cliente che è
legato ad una richiesta particolare?
“Un giovane molto abbiente che voleva comprare un diamante di 4 carati per
la sua fidanzata che avrebbe sposato e che mi ha detto: il budget non è un
problema ma l’unico requisito è che deve essere perfetto come lei. Alla fine
non ha mai comprato il diamante e non si sono mai sposati. La perfezione non
esiste nei gioielli cosi come nelle persone”.
Altra tua passione è la musica e a New
York sei conosciuta per le tue serate, durante le quali ospiti musicisti
italiani nel salotto di casa tua.
“Amo molto la musica è per me diventa un modo per connettersi insieme e
condividerne la bellezza. Il tutto è nato in maniera informale ma sta
continuando a crescere”.
Un gioiello a cui tieni e che diventa per
te ricordo, memoria.
“Non ho un legame fisico con i gioielli anche se, quando non porto il mio
anello al mignolo mi sento che manca qualcosa. I gioielli da indossare cambiano
con il tempo e sono legati a diverse fasi della vita”.
Data recensione: 01/05/2018
Testata Giornalistica: La Voce di New York
Autore: Liliana Rosano