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Farà discutere «Il magnifico ribelle », con sottotitolo «Il Mugello di Giotto». Perché Riccardo Nencini, senatore e viceministro, lascia i panni del politico per vestire quelli

Un’indagine in occasione dei 750 anni dalla nascita Farà discutere «Il magnifico ribelle », con sottotitolo «Il Mugello di Giotto». Perché Riccardo Nencini, senatore e viceministro, lascia i panni del politico per vestire quelli dello storico, che già altre volte, con eleganza, ha indossato. E va a indagare, in occasione del settecentocinquantesimo anniversario della nascita del grande pittore trecentesco, lati inediti della sua biografia. In un libretto denso, edito da Polistampa, con la prefazione di Cristina Acidini e l’introduzione di Franco Cardini. Argomenta con coraggio e cautela il mugellano Nencini, sulle origini di Giotto. Perché esibisce per la prima volta documenti che potrebbero strappare al Mugello il suo figlio più illustre in assoluto, per farlo nascere invece proprio dietro Santa Maria Novella, nel «sesto » di San Pancrazio, dove Nencini dimostra che sia Giotto, sia suo padre Bondone, di professione fabbro, tenevano casa. A Firenze dunque, e non a Vespignano. Su una cosa Nencini è certo: «Il nonno di Giotto, Angiolino di Peruzzo è fabbro, Bondone è fabbro, il fratello di Bondone è fabbro. Famiglia benestante, non di contadini.» Addio al pastorello che disegna la pecora su una pietra e viene scoperto da Cimabue: «Risulta infondata – dice il viceministro scrittore – la favoletta del Ghiberti e del Vasari». Quanto al luogo di nascita, dopo aver mostrato le carte che mostrano come babbo e zio di Giotto fossero tra i soldati arruolati per la battaglia di Montaperti nel quartiere fiorentino di San Pancrazio, Nencini lascia aperte più possibilità. «Intanto non era raro che chi aveva proprietà in campagna, mandasse lì la moglie a partorire. Ed è indubbio che Giotto i primi risparmi li investe nel Mugello, comprando diversi terreni. Così come ho rinvenuto documenti che attestano che il nonno di Giotto, Angiolino, nel 1249 compra casa e terra a Colle, in Mugello.» Non è questa l’unica scoperta giottesca che Riccardo Nencini offre nel suo libro: si ipotizza anche – ottenendo il placet da Vittorio Sgarbi – che in uno degli affreschi nella basilica di Assisi la sorgente ritratta sullo sfondo, sia molto simile alla cascata della valle dell’Inferno, sul fiume Rovigo, sopra l’abbazia di Moscheta a Firenzuola.
Data recensione: 23/06/2017
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Paolo Guidotti