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Minacce del passato, misteri archeologici, lo spettro di un’antica civiltà i cui segreti si stagliano come ombre inquietanti sul tempo presente: sono questi gli ingredienti

Minacce del passato, misteri archeologici, lo spettro di un’antica civiltà i cui segreti si stagliano come ombre inquietanti sul tempo presente: sono questi gli ingredienti de “Il poggio dei cipressi” (Sarnus, pp.372, euro 15) intrigante nuovo romanzo di Daniele Lotti, a metà fra avventura e thriller con cui inaugura una trilogia all’insegna della suspense. Lotti è alla sua quinta fatica editoriale. Dopo aver commosso con “Luca può volare”, romanzo verità scritto con Luca Vanoli per Mursia nel 2015, affrontando la disabilità con coraggio e fuori dagli schemi, lo scrittore comasco torna al genere mystery, il suo consueto, scegliendo questa volta la Toscana come ambientazione. «È la terra in cui sono cresciuto, a cui sono affezionatissimo, e dove torno sempre volentieri anche con la scrittura», spiega Lotti, che tra gli antenati vanta artisti illustri, è stato suo nonno Betto Lotti, pittore apprezzatissimo del ‘900 a trasmettergli l’amore per l’arte e la letteratura. Nel nuovo romanzo il protagonista Ledo Antinelli è un uomo di mezza età che perde il padre a causa di una malattia ed eredita una consistente tenuta vicino a Montepulciano che mette in vendita subito, ignaro del fatto che in realtà non apparteneva al padre, essendo quest’ultimo solo un prestanome. La compravendita viene conclusa con una facoltosa signora americana, ma da quel momento ha inizio una serie di eventi misteriosi e sconcertanti. Quando la notizia della conclusione dell’affare giunge ai veri proprietari, infatti, questi decidono di intervenire: sono uomini potenti celati nell’ombra. All’interno della proprietà, sotto un poggio di cipressi, è custodito il più sacro monumento del loro glorioso passato, che deve essere protetto ad ogni costo… La vendetta fa da sfondo a misteriosi sabotatori, e Lotti gli concede spazio per esprimer la propria teoria riguardo uno dei misteri, lasciando che alcuni personaggi si coprano di ridicolo da sé.
Data recensione: 30/10/2016
Testata Giornalistica: La Provincia di Como
Autore: Davide Fent