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Sapete qual’è l’origine della parola pinzimonio? Conoscete la ragione per cui l’arista di maiale si chiama così? Queste e altre curiosità, ma anche storia delle tradizioni e oltre trecento

PIOMBINO – Sapete qual’è l’origine della parola pinzimonio? Conoscete la ragione per cui l’arista di maiale si chiama così? Queste e altre curiosità, ma anche storia delle tradizioni e oltre trecento ricette nel libro “Cucina del cuore della Toscana” di Mauro Montanelli e Licia Lari, ed. Polistampa e scritto da un realizzatore di banchetti e dal suo braccio destro, nonché compagna di vita. Raccontando in questo saggio, reso agevole da indici analitici e per epoca e arricchito di molte illustrazioni tratte da ricettari antichi, tutta la tradizione culinaria toscana: come siano nate le ricette, quali origini abbiano avuto i loro nomi, come si siano sviluppate nei secoli e quali aneddoti e curiosità vi siano legati, i due esperti, che hanno presentato il libro dalla Parchi Val di Cornia qualche giorno fa, in una cornice storico-ambientale come il giardino del Centro visite del parco archeologico di Populonia e Baratti, affermano: «Di libri di cucina ce ne sono tanti e un altro potrebbe essere inutile, ma in questo, che non vuol essere un libro di ricette o, perlomeno, non solo, sono ricostruiti davvero tutti i modi e i fatti divertenti avvenuti nella Toscana antica intorno al mangiare, permettendo di conoscere anche le personalità di quelli che mangiavano e, con loro, le stesse civiltà del passato». Non un libro dunque sulla storia del cibo quindi, ma piuttosto sulle storie del cibo quello di Montanelli/Lari che, dopo aver ripercorso il modo di cucinare e di stare a tavola - naturalmente anche attraverso le ricette - dei primi abitanti dell’Etruria, della Toscana romana, medievale e rinascimentale, dedicano un’ampia sezione alla tradizione e alla cucina delle nostre nonne, dal brodo “del parto” alla minestra di centopelle, dalla lepre in dolcefforte alla trippa castellana, dalle ciliege cotte nel vino ai cavallucci e ai berriquocoli.
Data recensione: 29/06/2006
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: ––