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Era inevitabile che un toscano doc come Sigfrido Bartolini-pittore, incisore, scrittore, polemista- a un certo punto della sua vita dovesse incontrarsi con Pinocchio.

Era inevitabile che un toscano doc come Sigfrido Bartolini-pittore, incisore, scrittore, polemista- a un certo punto della sua vita dovesse incontrarsi con Pinocchio. Era inevitabile che un artista, cresciuto alla scuola di Ardengo Soffici, e dunque innamorato di una natura linda e lineare, e proprio per questo magica, decidesse di rappresentare lo straordinario burattino. Come? restituendo gli umori schietti e feroci di Collodi, sottraendolo a ogni melensaggine moralistica e ridandogli quel contrassegno di beffarda toscanità, che è poi il modo migliore per renderlo universale. Ed è proprio questo che raccontano gli appunti di Sigfrido: 12 anni di appassionate fatiche per illustrare con 309 xilografie un’edizione monumentale di pinocchio (Un’idea pazza e stupenda. Gli anni del “Pinocchio” nel “Diario” inedito, a cura di Simonetta Bartolini, prefazione di Mario Richter, postfazione di Pier Francesco Bernacchi, Polistampa, pp. 174, euro 16).
Un lavoro davvero “matto” che diventa anche “disperatissimo” quando Sigfrido comincia a soffrire di una grave forma di artrite reumatoide. ma lui va avanti, lavorando anche per 15 ore di seguito, senza che gli venga meno l’entusiasmo. Ed è proprio questo entusiasmo a partorire il suo Pinocchio. Perché Sigfrido riuscì a veder il burattino come lo vedeva Collodi.
Data recensione: 05/03/2015
Testata Giornalistica: Libero
Autore: Mario Bernardi Guardi