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Un tocco di magia artigianale per rendere eterna la grande bellezza di Maria Callas, Anna Magnani e tante altre. La nascita della ditta

Un tocco di magia artigianale per rendere eterna la grande bellezza di Maria Callas, Anna Magnani e tante altre. La nascita della ditta fiorentina-famiglia d’arte Filistrucchi risale al 1720. In quasi tre secoli attraverso trucchi e parrucche hanno contribuito a migliorare la storia del teatro e della lirica. Alla Pergola c’è una mostra straordinaria che rende giustizia a questa famiglia di artigiani-artisti Zeffirelli Filistrucchi. Memorie di un sodalizio artistico a cura di Monica Gallai con la collaborazione di Gabriele e Gherardo Filistrucchi (fino al 16 aprile). Partendo dal 1940 i figurini e le locandine suggeriscono il percorso artistico, dai piccoli teatri cittadini dove si praticava il mestiere alla grandeur del Maggio musicale; dove nel 1949 Luchino Visconti mise in scena Troilo e Cressida con una sorta di nazionale del teatro italiano, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Giorgio Albertazzi, Rina Morelli, Memo Benassi, Paolo Stoppa, Renzo Ricci. Le scene erano di Zeffirelli. In mostra colpisce una copertina quasi espressionista del programma di sala de La Lupa con la Magnani, regia di Zeffirelli e costumi di Anna Anni (’65). Incuriosisce una lettera di Pietro Filistrucchi a Maria Callas del ’59: «Gentile signora Callas, Le invio la parrucca Medea, col frontino nuovo, e due postiches». Spiega il direttore della Pergola Marco Giorgetti: «In mostra c’è tutto: il giovane Zeffirelli che disegnava bozzetti e figurini per Visconti; poi lo Zeffirelli affermato, alla Pergola per unire nell’arte Verga e la Magnani. I suoi collaboratori, dal premio Oscar Piero Tosi alla cara Anna Anni della quale conserviamo la biblioteca: tutti clienti dei Filistrucchi, uniti da un filo invisibile che tanto ha dato a quel saper fare fondamentale per le attività del teatro». Gli eredi Filistrucchi così commentano la mostra: «La nostra famiglia lavorava con i teatri più importanti, dalla Pergola al Cocomero, poi Niccolini. Ma anche col teatrino di via Laura demolito nel 1959, sede fino ad allora del Centro Universitario Teatrale che vide muovere i primi passi dei giovani Alfredo Bianchini, Franco Zeffirelli, Paolo Poli, Giorgio Albertazzi».
Data recensione: 27/03/2014
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Roberto Incerti