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Ferdinando Zannetti fu uno dei tanti uomini del popolo che si sacrificarono per vedere trionfare oltre l’Unità d’Italia un

Ferdinando Zannetti fu uno dei tanti uomini del popolo che si sacrificarono per vedere trionfare oltre l’Unità d’Italia un mondo più giusto ed umano. Il concorso popolare all’unificazione del Paese fu da alcuni storici messo in secondo piano mentre Olinto Dini, con un’inoppugnabile serie di documenti e riferimenti bibliografici ci propone una rivisitazione, in questo 150° della proclamazione del Regno d’Italia (17 marzo 1861), del nostro Risorgimento quale frutto di una dura lotta prevalentemente popolare. Infatti non possiamo negare che Ferdinando Zannetti, nonostante i suoi meriti accademici di scienziato, non fosse, per la sua origine e per il suo vissuto, uomo del popolo. Inoltre la sua stessa professione lo avvicinava sia all’umanità dolorante sia alla povertà; da qui la lotta per il riscatto della società nel suo insieme, sempre in prima fila, ma mai con la protervia dell’uomo in cattedra. L’Autore lo mette bene in evidenza fin dall’inizio quando da volontario bella prima guerra d’indipendenza, Zannetti si presenta nei ranghi col grado di semplice soldato pur potendo vantare titolo di ufficiale medico.
Nel tratteggiare il personaggio, Olinto Dini non trascura di sottolineare come il Risorgimento italiano ebbe radici nell’Illuminismo e nel bagno salutare con l’incipit della Rivoluzione francese del 1789, quella dei diritti dell’uomo e del cittadino, non con il Terrore giacobino che ghigliottinò il re, chiuse le logge, sterminò i massoni e conculcò le libertà con la legge sui sospetti, le stragi di massa, le condanne senza processo.Parimenti l’Autore non trascura l’importanza dell’epopea napoleonica, che dopo il crollo del Regno d’Italia e quello di Napoli lasciò tale eredità di libertà liberali da far contare moti quasi ogni anno dal 1817.
Ferdinando Zannetti nella veste di Olinto Dini non è l’eroe appariscente del grande gesto, ma è l’uomo di solidi principi che non deflettono mai, anche quando è in gioco la sua già avviata e fortunata carriera di medico.
È l’uomo che resta al suo posto e sul quale si può sempre contare: è l’amico, il fratello che ti fa scudo e protegge, in lui non vi furono mai doppiezze o fraintendimenti politici. Per questi motivi, ed altri numerosi che il lettore rinverrà nel testo, Olinto Dini lo rende particolarmente caro, pur rimanendo sempre scolpita nella nostra memoria principalmente l’immagine del medico che curò la ferita di Garibaldi.
Dopo la delusione del 1849 toscano, Zannetti fu suo malgrado implicato nel processo a carico del dittatore Guerrazzi per averlo protetto quale generale della guardia civile dalla folla che voleva linciarlo alla fine del suo governo e perciò stesso perdendo ogni incarico ospedaliero.Fu quello il momento della cospirazione con i patrioti quali Giuseppe Dolfi ed altri che rimasero più in ombra e dello studio serio che lo condusse a divenire un apprezzato scienziato della "terza Italia".
Data recensione: 01/03/2012
Testata Giornalistica: Camicia Rossa
Autore: Guglielmo Adilardi