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Libri come questo sono sempre i benvenuti. Oltretutto, questo è un libro veramente ben scritto, in bella ed elegante prosa, sempre avvincente nei suoi brevi racconti

Libri come questo sono sempre i benvenuti. Oltretutto, questo è un libro veramente ben scritto, in bella ed elegante prosa, sempre avvincente nei suoi brevi racconti, ricco di sentimenti e di suggestioni poetiche - come in “La Chiantigiana” - ma popolato anche di numerosi aneddoti “fulminanti” come quello del Rossino con i seminaristi in vacanza a Rubbiana (“Le resìe”) o il costo delle scarpe in “La mezzadria” (ma senza dimenticare anche il priore di San Cerbone). Libro ispirato, insomma, che spazia in lungo e in largo per la valle dell’Ema (comune di Greve) ed ha il suo centro nella frazione di San Polo celebre per essere (stata?) la capitale del giaggiolo (e anche di questo si parla nel racconto omonimo, in termini popolari accostati ad altri più scientifici).
L’ A. rivisita sul filo della memoria ogni momento della vita di un tempo e ne ricava un affresco ricordato e giudicato con affetto quasi materno ma talora anche con severità (come per la condizione delle donne in “Il mistero dei venti sei fazzoletti” o dei mezzadri, come in “La villa di Peretola”). Ci sono gli antichi mestieri, le usanze ormai decadute e (quasi) dimenticate, la vita segnata dal solo ritmo delle stagioni, personaggi dai soprannomi più improbabili, e poi - quasi un libro nel libro - una sorta di calendario liturgico con i ricordi relativi alle varie feste religiose dell’anno alla quale l’A. dedica pagine coinvolgenti e teologicamente condivisibili.
Leggendo queste pagine balza agli occhi la considerazione che davvero il mondo è cambiato da cinquanta anni a questa parte, e le trasformazioni nel linguaggio ne sono la prova più certa e lampante. Dispiace infatti ammettere che certe parole sono comprensibili solo a chi ha ormai i capelli bianchi... Se chiediamo ai nostri figli / nipoti il significato, ad esempio, di venciglie, bòtta, vigilia nera, penzoli, gioco del bocco ecc. ecc. non è detto che sappiano rispondere, né sanno più quale sia l’erba della paura e come l’acqua che ne derivava si tramutasse in una massa gelatinosa (provare per credere, ma solo dopo aver subìto un grosso spavento!).
Ringraziamo l’A. per averci regalato una ventata d’aria buona - pillole di buon senso e di autentica saggezza - e l’editore per questa opportuna riedizione a dieci anni anni di distanza. Insomma. un libro davvero godibile, del quale i pochi refusi riscontrati non scalfiscono il valore (segnaliamo a pag. 133 scambio di nomi fra Masaccio e Botticelli e che la festa di San Luca ricorre il18 ottobre).
Data recensione: 01/12/2011
Testata Giornalistica: Corrispondenza
Autore: Silvano Sassolini