Il «Porco cignale in atto di sospetto» come lo descrisse il Vasari, è il porcellino simbolo della fiorentinità. Realizzato da Pietro Tacca per Cosimo II
Il «Porco cignale in atto di sospetto» come lo descrisse il Vasari, è il porcellino simbolo della fiorentinità. Realizzato da Pietro Tacca per Cosimo II, come riproduzione del cinghiale marmoreo di Palazzo Pitti, fu collocato nel 1640 nel Mercato Nuovo. In questa occasione venne fatta dal Tacca una base ex novo dove descrisse innumerevoli piante ed animali, seguendo gli insegnamenti del Gianbologna. Ben 23 sono le verzure identificate a latere e sotto gli zoccoli del cinghiale, tra queste spiccano le piante reputate sante dalla cultura popolare come la piantaggine, usata dai pellegrini per curare le ferite dei piedi tormentati dai lunghi viaggi; le primule che nella cultura popolare si identificavano come le chiavi del paradiso; la salvia dei prati, dal nome che deriva da Salus, perché la leggenda vuole che grazie ad una salvia Gesù in fuga si salvò. In ultimo la Verbena che si riteneva santa perché nata sul monte Calvario. Dal mirabile restauro della base del cinghiale se ne parla approfonditamente nel libro «Il Porcellino di Pietro Tacca, le sue basi, la sua storia», a cura di Antonella Nesi curatrice del Museo Stefano Bardini, edizioni Polistampa. Il volume, realizzato col contributo dei georgofili, dà ampio spazio alle relazioni di Marina Clauser e Chiara Nepi per l’identificazione botanica del basamento e a Maria Donata Mazzoni e Elena della Schiava per le vicende conservatrici del bronzo. Un libro da consultare prima di andare a scoprire, al museo Bardini, l’originale del «porco cignale» restaurato.
Data recensione: 03/07/2011
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Giulia Premilli