L’orgoglio di cantare l’inno di Mameli, di esporre il tricolore, di pronunciare la parola Patria. Il presidente Ciampi ha investito molto del suo settennato in questa grande operazione di costruzione di un “noi” identificativo: un noi fondato nel riconosc
L’orgoglio di cantare l’inno di Mameli, di esporre il tricolore, di pronunciare la parola Patria. Il presidente Ciampi ha investito molto del suo settennato in questa grande operazione di costruzione di un “noi” identificativo: un noi fondato nel riconoscimento istituzionale, nella dimensione politica e non solo, in un orgoglio culturale nutrito di storia, ambiente, lingua. E così a lui era stato naturale chiedere di presiedere il Comitato per i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Un incarico che nelle settimane scorse Ciampi ha rimesso per motivi di salute. Ma difficile immaginare che le polemiche di marca leghista non abbiano pesato sulla decisione. Il presidente si tiene comunque alla larga dalla polemica. «Occorre resistere e voi della stampa avete un ruolo importante», si è limitato a dire ieri mattina mentre il direttore del Tirreno Roberto Bernabò gli consegnava - nel suo studio a Palazzo Giustiniani a Roma - la prima copia della ristampa del libro “I mille” di Giuseppe Bandi. Un libro che è la cronaca in presa diretta della spedizione alla quale Bandi partecipò come luogotenente di Garibaldi. Una testimonianza scritta con penna agile e moderna, ancora oggi di straordinaria attualità: Bandi, avvocato di Gavorrano, fu infatti un grande giornalista e qualche anno dopo l’avventura garibaldina fondò a Livorno “Il Telegrafo”. Era il 1877 e da lì partì una storia che arriva ad oggi attraverso “Il Tirreno”. Il presidente Ciampi ha dato volentieri un suo contributo scrivendo la prefazione del libro - edito da Polistampa Firenze e Tirreno, con un’introduzione del professor Cosimo Ceccuti, ordinario di storia del Risorgimento - che sarà in edicola dal 20 maggio. Il presidente ha voluto sottolineare come Bandi abbia saputo narrare l’impresa dei Mille con uno stile moderno e «con la passione generosa e lucida, a un tempo, di chi combatte per un ideale di libertà al quale è pronto a sacrificare anche la vita». Ma la riflessione di Ciampi si appunta soprattutto sulla idealità del giornalista-combattente. «Di Giuseppe Bandi voglio sottolineare l’ideale europeista, perseguito con convinzione e concretezza di azione, come testimonia l’iniziativa di fondare a Firenze, nel 1860, la testata La Nuova Europa». Una fede europeista condivisa con altri spiriti illuminati e che aveva come obbiettivo un radicale rinnovamento: «una Nazione in cui un popolo possa ritrovarsi finalmente unito; Istituzioni democratiche che nascano dalla volontà di riscatto di un popolo; una più ampia Patria europea». Ideali che hanno animato anche tutto il percorso di Ciampi: prima come economista, poi come Presidente del Consiglio e della Repubblica.
Data recensione: 13/05/2010
Testata Giornalistica: Il Tirreno
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