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“Ancora oggi in Italia si pensa che chi è migrante o figlio di migrante sia ingabbiato dalla sua vita vera e non possa scrivere di altro, di fiction. Mi ricordo quando è uscito Rhoda, il primo romanzo, molti

Firenze, 10.06.2009 - “Ancora oggi in Italia si pensa che chi è migrante o figlio di migrante sia ingabbiato dalla sua vita vera e non possa scrivere di altro, di fiction. Mi ricordo quando è uscito Rhoda, il primo romanzo, molti mi chiedevano com’era battere il marciapiede. Io non sono una prostituta ma molti credevano di sì perché l’avevo scritto. Nel mio prossimo romanzo ho intenzione di parlare di due uomini… Chissà se mi chiederanno se ho fatto l’operazione…”. Sono le parole usate da Igiaba Scego in un’intervista rilasciata a Monica Venturini e pubblicata sull’ultimo numero (a. 13, n. 3) della rivista letteraria «Caffè Michelangiolo» (Mauro Pagliai, pp. 120, euro 8), in libreria dalla prossima settimana. “Somala di origine, italiana per vocazione” - è così che ama definirsi - Igiaba, nata a Roma nel 1974, si inserisce di diritto nel panorama della letteratura italiana contemporanea per il suo particolare sguardo in between sulla società, sulla ricerca dell’identità, sulla donna. Il nuovo numero di «Caffè Michelangiolo» riversa stavolta una particolare attenzione a importanti figure femminili: Elisa Trapani, il Nobel Doris Lessing e Silvana Mangano, icona del cinema italiano. Oltre agli spunti di riflessione e di approfondimento offerti, il fascicolo propone un ricco apparato iconografico e, in particolare, nella sezione “fotografia” il direttore Mario Graziano Parri restituisce la voce agli “indesiderati” ritratti dal fotografo Luciano Trizzino.
Data recensione: 14/06/2009
Testata Giornalistica: NikonClubItalia
Autore: Irene Gherardotti