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Pur con tutti gli anni che passano, Pinocchio non cessa di stupire, a oltre un secolo e un quarto, dalla sua comparsa. Non solo se ne parla spesso come del libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia (non ho mai fatto

Pur con tutti gli anni che passano, Pinocchio non cessa di stupire, a oltre un secolo e un quarto, dalla sua comparsa. Non solo se ne parla spesso come del libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia (non ho mai fatto indagini personali, ma sono propenso a credere a certi dati che leggo), ma ha stimolato decenni e decenni di studi e ormai sono ben pochi coloro che sono ancora disposti a considerarlo semplicemente una favola. E soprattutto – visto che la sua entità di favola e di racconto destinato ai ragazzi non tramonta comunque – si può dire che non ci sia stato illustratore che non si sia cimentato con il dar volto a questo intrigante (e concettualmente “intricato”) romanzo. A punto tale da relegare nella nebbia la sua immagine originale. Ecco, siamo al punto: l’editore fiorentino Antonio Pagliai ha dato un volto editoriale d’oggi – facendolo uscire, sotto il suo marchio Sarnus – alla prima delle edizioni di Pinocchio, della quale si era un po’ estinto il ricordo. Questa edizione di Le avventure di Pinocchio si presenta come un volume sobrio ed elegante, dalla solida rilegatura, con un fantasioso disegno di Walter Bini in copertina e composto in bei caratteri moderni e chiari, di scorrevole leggibilità, stampati su carta color avorio. Tutti elementi assai gradevoli per chi ami il libro come oggetto. Ma ciò che conferisce un valore particolare all’edizione è la sua scelta illustrativa. Perché, in un ipotetico pensiero «Avanti, avanti, proiettiamoci al passato!», il volume è stato dotato di quelle (poche, tutto sommato) immagini che illustrarono la primissima edizione della “favola”. Non quella in volume, ma quella ancora precedente: perché, come si sa, Pinocchio uscì a Firenze sul Giornale per i Bambini, a partire dal suo primo numero, e fra il 1881 e il 1883. Questo è dunque un recupero ovviamente interessantissimo, che l’editore stesso presenta in una sua prefazione al volume: «Riproduciamo qui l’edizione integrale del testo de Le avventure di Pinocchio illustrandola con i capolettera e le grafiche originali apparse sul Giornale per i Bambini. Quei disegni, che oggi potrebbero forse apparire trascurati, rappresentano per noi veri e propri cimeli se pensiamo ad esempio che dalla puntata del 16 febbraio 1882 insieme al titolo Le avventure di Pinocchio appaiono le prime effigi in assoluto del burattino (realizzate da un anonimo poi identificato con Ugo Fleres)». Va qui segnalato che, al di là del loro valore indubbiamente “colto”, queste immaginette sono esenti da un difetto fin troppo corrente nelle riproposte “d’epoca”, spesso sciatte. Qui, esse si presentano linde e perfettamente incise, tanto da dar l’impressione di derivare dai “legni” dell’incisione originale. Pregio estetico davvero apprezzabile. Integrato da una buffa chicca: in quarta di copertina, una lettera scritta personalmente da Pinocchio (ovviamente apocrifa!) si rivolge al lettore in maniera accattivante, invitandolo ad affrontare le proprie avventure e accennando alla propria vicenda editoriale. Una maniera semplice ma efficace per strizzare l’occhio a chiunque abbia “da 5 a 100 anni”, coinvolgendolo in maniera non banale.
Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio, Ed. Sarnus, Firenze, 2008, 204 pp., f.to 15x25, ril., Euro 13,00.
Data recensione: 10/11/2008
Testata Giornalistica: Fumetto
Autore: Gianni Brunoro