A 10 anni esatti dalla decisione di sciogliersi presa drammaticamente del più vecchio partito italiano, il Psi, è l’ex ministro Lelio Lagorio, a ripercorrere la fase che portò il partito di Turati
Lelio Lagorio: «L’esplosione del Psi»
LELIO LAGORIO, L’esplosione, Edizioni Polistampa, pagine 210, Euro 12
A 10 anni esatti dalla decisione di sciogliersi presa drammaticamente del più vecchio partito italiano, il Psi, è l’ex ministro Lelio Lagorio, a ripercorrere la fase che portò il partito di Turati, Nenni, Mancini e Craxi allo scioglimento. Lo stesso titolo del libro, «L’esplosione - Storia della disgregazione del Psi» indica tuttavia non una consunzione lenta e inesorabile, bensì il traumatico crollo che in circa quattro anni, dal 1990 al 1994 – anni segnati da «Mani pulite» ma non solo – fece letteralmente scoppiare un partito che il decennio precedente lo aveva visto irrompere, tra aspre critiche e speranze di innovazione, sulla scena politica italiana. «Incerto sulle prospettive, diviso al suo interno, sconfitto nelle ultime prove elettorali, perseguitato dai creditori, col gruppo dirigente devastato dalle inchieste giudiziarie, il partito socialista si suicidò». Con queste parole, riferite al 47. congresso e scritte quasi come un epitaffio con tanto di data di morte, il 13 novembre 1994, Lagorio introduce alla lettura dell’«Esplosione». In poco più di 200 pagine il dirigente socialista affronta gli eventi traumatici che hanno condizionato e sconvolto l’ultimo lustro di vita del partito fondato un secolo prima per volontà di un uomo e di una donna, Filippo Turati e Anna Kulischoff. Emergono così, ma sarebbe meglio dire «esplodono» alcune angolazioni difformi da quanto fino a ora è stato espresso sul succedersi degli eventi nella politica italiana ai primi degli anni Novanta, e che rendono evidenti più punti di crisi nel Psi. Secondo Lagorio l’azione dei giudici, contrariamente alla corrente interpretazione e alla vulgata politica, non sarebbe la vera ragione della sconfitta socialista. Non solo quindi i difficili rapporti con una magistratura che il Partito socialista voleva «liberata e non occupata». Lagorio individua soprattutto nella rinuncia alla «Grande Riforma» progettata da anni, nella crisi interna e nell’animosità degli avversari e nel quadro internazionale dalle forti mutazioni in quel periodo, gli agenti scatenanti della disgregazione e fine del partito. Nell’«Esplosione» il crash del Psi non viene interpretato unicamente come una vicenda nazionale, ma come evento di portata europea e non solo, su cui l’autore auspica che sia più attento il lavoro di storici e studiosi per contribuire a capire meglio l’evoluzione politica, proponendo il libro come contributo all’avvio per una ricerca di verità.
Data recensione: 03/08/2004
Testata Giornalistica: Gazzetta del Sud
Autore: Giuseppe Sciarrone