In principio fu l’Accademia di Belle Arti, la scuola voluta nel 1784 dal granduca Pietro Leopoldo, la prima pubblica in Europa, nella capitale del Rinascimento carica del prestigio di geni universali come Leonardo
Firenze – In principio fu l’Accademia di Belle Arti, la scuola voluta nel 1784 dal granduca Pietro Leopoldo, la prima pubblica in Europa, nella capitale del Rinascimento carica del prestigio di geni universali come Leonardo e Michelangelo. Poi venne Giovanni Fattori, il silenzioso livornese che da studente si fece docente e da apprendista artista, il maggiore dei Macchiaioli, l’uomo che prese il Risorgimento a colpi di pennello per farne un’epopea pittorica tutt’oggi viva, vibrante e popolare. Per gli oltre 60 anni tra il 1847 e il 1908, con opportuni intervalli, Accademia e Fattori furono un tutt’uno.
La mostra I luoghi di Giovanni Fattori nell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Passato e presente (19 settembre – 23 novembre 2008, catalogo Mauro Pagliai) è stata presentata oggi dal presidente dell’Ente Cassa Edoardo Speranza con la soprintendente Cristina Acidini, il presidente dell’Accademia di Belle Arti Paolo Targetti, Carlo Sisi e le curatrici Giuliana Videtta e Anna Gallo Martucci. L’iniziativa apre per la prima volta al pubblico uno degli edifici più rilevanti della storia artistica della città e riporta idealmente all’originaria unità strutturale, ancora esistente all’epoca di Fattori, le tre Accademie (Arti del Disegno, Belle Arti e Galleria), da tempo Istituti diversi, dislocati negli spazi dell’ex convento di S. Matteo, fra piazza S. Marco e via Ricasoli. La bella particolarità della mostra sta dunque nel legare questi luoghi fisici (loggia, chiostro, giardino, sale, aule) ai luoghi concettuali della ricerca artistica di Fattori che, attraverso le opere esposte, sono messi in relazione con gli orientamenti estetici e didattici del corpo accademico fiorentino a lui contestuale. In totale sono oltre 130 (64 di Fattori) dipinti, disegni, acqueforti, sculture, fotografie, divisi in 8 sezioni. Selezione che non si limita a documentare il percorso creativo dell’artista: dai temi storici (Elisabetta d’Inghilterra, Maria Stuarda al campo di Crookstone) a quelli militari (Carica di Cavalleria, Gli eccidi di Mantova, Grandi manovre), fino alla pittura di paesaggio (Tempesta sul mare) e di vita di campagna (Bovi al carro). L’opera di Fattori è infatti accostata a quella di maestri che interpretarono le trasformazioni dell’arte dell’Ottocento fino alla Macchia (il neoclassico Pietro Benvenuti, il romantico Giuseppe Bezzuoli, il purista Enrico Pollastrini); di amici che insieme a lui sperimentarono le nuove soluzioni pittoriche (Boldini, Borrani, Sernesi, Signorini); degli stessi allievi e allieve (in particolare Adele Galeotti ed Enedina Pinti), quando nel 1886 anche le donne furono finalmente ammesse all’educazione artistica superiore. Il risultato è uno scenario epocale in cui la storia dell’arte evolve di pari passo con la storia del paese, delle istituzioni, del costume, traducendo in immagini anni di grandi entusiasmi patriottici e di delusioni profonde una volta raggiunta l’unità d’Italia. Anni di rare soddisfazioni professionali e di ristrettezze economiche. Ossia il destino amaro che toccò a Fattori, morto in solitudine, il 30 agosto 1908, nella stanza al secondo piano in cui il custode dell’Accademia lo ospitava. Secondo un percorso di allestimento curato dall’Architetto Luigi Cupellini, la mostra propone al visitatore anche affacci preziosi sulla Biblioteca, ricca di un antico patrimonio librario; sul Cenacolo, che ancora oggi evoca l’ex Convento; sulla Gipsoteca di Lorenzo Bartolini, custodita nella Galleria, e sulla secentesca Cappellina di Giovanni da S. Giovanni. Infine l’Aula Ghiberti, così denominata dal settecentesco calco in gesso della Porta del Paradiso: qui gli allievi di oggi espongono le loro opere realizzate per l’occasione, un Omaggio a Fattori dai giovani che rappresentano, ancora e sempre, il corpo vivo dell’Accademia. Nel programma Firenze per Fattori la mostra è stata preceduta dalla pubblicazione dello Zibaldone di Telemaco Signorini e dal successo dell’esposizione Fattori e il Naturalismo in Toscana a Villa Bardini. Prossime iniziative: le mostre I ritratti di Fattori (Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, 28 ottobre 2008 – 11 gennaio 2009) e I Macchiaioli e la fotografia (Museo Alinari, 4 dicembre 2008 – 15 febbraio 2009), oltre alla conferenza internazionale sul restauro dei dipinti dell’800 (13-14 novembre, Palazzo Vecchio e Auditorium Ente Cassa).
Data recensione: 18/09/2008
Testata Giornalistica: Nove da Firenze
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