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E se la celebre chimera etrusca che è diventata simbolo di Arezzo fosse un falso? Se quella elegantissima creatura frutto di “fusione cava a cera persa” riportata alla luce nel 1553 e poi rapita dal duca Cosimo I

E se la celebre chimera etrusca che è diventata simbolo di Arezzo fosse un falso? Se quella elegantissima creatura frutto di “fusione cava a cera persa” riportata alla luce nel 1553 e poi rapita dal duca Cosimo I de Medici che la volle a Firenze, inj realtà, fosse una ricreazione moderna dell’antica scultura che, si racconta, gli aretini dissotterrarono e poi per superstizione nascosero di nuovo? Inseguendo lungo i secloli la leggenda di questa immaginifica creatura, Ugo Bardi solleva vel Libro della chimera (Edizioni Polistampa) questo e altri intriganti interrogativi. Rinfocolando il fascino del mito e la curiosità per la sua ancora oscura origine. «Dopp tanto lavoro, - ammette l’autore – mi sono accorto che la chimera ha mantenuto molti dei suoi misteri. Come una bella donna che non si è svelata mai del tutto». E se l’indagine non può che partire da ciò che raccontano Omero ed Esiodo sulle origini divine di questo animale fantasticoe di sesso femminile, le congetture più intriganti si squadernano quando Bardi imbocca la strada di in’analisi comparata tra tradizione etrusca, graca, e mediorientale, ipotizzando che questa fiammante figura leonina potesse derivare da un adeformazione dell’immagine della de amadre adorata dai Sumeri e poi dagli Assiri. Immagine irrazionale di donna, rappresentata come strana e illogica chimera e uccisa da Bellerofonte, così come Edipo farà fuori la sfinge, preludio a secoli di femminicidi nella letteratura occidentale.
Data recensione: 05/09/2008
Testata Giornalistica: Left
Autore: Simona Maggiorelli