«Poiché Firenze è ricolma di tutti i pregi, vince i nemici in guerra e in grande tumulto, gode di fortuna e onori e di un popolo potente, rafforza, acquista e accresce i suoi castelli, domina il mare, la terra e tutto il mondo
«Poiché Firenze è ricolma di tutti i pregi, vince i nemici in guerra e in grande tumulto, gode di fortuna e onori e di un popolo potente, rafforza, acquista e accresce i suoi castelli, domina il mare, la terra e tutto il mondo, grazie al suo potere tutta Toscana è felice, impera come Roma e sempre trionferà, vede tutto con chiarezza imponendo leggi stabili, correva l’anno 1255…». Quando Dante scrisse la celebre invettiva («Godi Fiorenza… che per cielo e per terra sbatti l’ale»), aveva probabilmente in testa questa altisonante lapide affissa sul Bargello. Questa e altre iscrizioni il tempo e la farinosa pietra serena consumano inesorabilmente: e prezioso è perciò questo volume che le conserva. Fondazioni di chiese, ricordi di pellegrinaggi, misure delle mura, divieti e bandi: molto materiale medievale, in belle grafie gotiche, del moltissimo purtroppo perduto col “risanamento” fine Ottocento che distrusse il centro antico della città. Le belle lapidi dantesche, riprodotte nel testo, che il turista scorge per Firenze, redatte nel primo decennio del Novecento, furono quasi una riparazione dello scempio operato e contrappuntano ancor oggi per il viaggiatore la storia di Firenze fra Due e Trecento.
Data recensione: 07/03/2008
Testata Giornalistica: Archeo
Autore: ––