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Barbie è sbarcata a Firenze, alla corte dei Medici nei panni dell’illustrissima Caterina. Barbie Caterina de’ Medici, appunto. Qualcuno ha sicuramente storto il naso per l’accostamento temerario fra la Regina di Francia

Barbie è sbarcata a Firenze, alla corte dei Medici nei panni dell’illustrissima Caterina. Barbie Caterina de’ Medici, appunto. Qualcuno ha sicuramente storto il naso per l’accostamento temerario fra la Regina di Francia fiorentina, figura di spicco della politica europea del XVI secolo e la famosa bambola della Mattel. Di contro, i più disinvolti hanno avuto gioco facile nell’argomentare come, con tutte quelle regge, castelli e quant’altro, anche Barbie sia una regina della contemporaneità, almeno nell’immaginario pubblicitario e fantastico di milioni di bambine. Certamente la contaminazione è piaciuta all’universo della moda che l’ha benedetta come un evento di sicuro impatto nei giorni di Pitti Bimbo. Marketing a parte, la realizzazione di questa operazione ha impegnato in un lavoro di alta sartoria e oreficeria gli artigiani fiorentini. Per raccontarlo esce proprio in questi giorni per Edizioni Polistampa Barbie sogna Caterina de’ Medici (di Elisabetta Cianfanelli, Richard Dickson, Gabriele Goretti, Emilio Petrone, Ambra Trotto, 192 pagine, con testo anche inglese, 12 euro). Il volume descrive in maniera dettagliata tutte le fasi della trasformazione di Barbie, in Caterina de’ Medici con indosso l’abito, comprensivo di accessori, del suo matrimonio con Enrico di Valois, avvenuto il 27 ottobre 1533. L’abito è stato confezionato sia grandezza naturale che in scala (per la bambola), con straordinaria accuratezza e abilità sartoriale, e presentato il 18 gennaio 2008 a Palazzo Medici Riccardi, in occasione di Pitti Bimbo. I vestiti e le calzature sono stati realizzati in velluto bianco cesellato con fondo di tela in argento, il tessuto prediletto nel XV secolo per la confezione di abiti importanti, mentre per i gioielli sono stati impiegati oro, perle e pietre preziose. Molte aziende hanno contribuito alla straordinaria trasformazione, compiendo ciascuna un piccolo capolavoro: la Decobel di Montale (Pistoia) ha fornito la stoffa realizzata appositamente con tecniche manuali e digitali dalla pittrice Laura Armani. La Sartoria Teatrale Fiorentina di Massimo Poli ha realizzato l’abito in scala reale, partendo da un cartamodello e procedendo con la costruzione di bustino, gonna e maniche fino all’applicazione delle passamanerie e delle finiture. Il sarto Mauro Angiolini, specializzato in creazione di vestiti e restauro di bambole antiche ha invece realizzato l’abito in scala. Le scarpette sono state invece ricreate dal Calzaturificio Sacchi, dal 1829 specializzato in produzione di calzature di scena, mentre dei gioielli si è occupato il Laboratorio Orafo La Vena d’Oro. Le miniature di scarpe e gioielli sono state invece eseguite rispettivamente da Mauro Angiolini e dallaGmMicrofusione di Giovanni Melozzi. Completano il volume un’ampia introduzione sulla simbologia di Barbie, la storia di Palazzo Medici Riccardi, la figura di Caterina de’ Medici, la vita a corte e alcune curiosità di cosmesi nel Rinascimento.
Data recensione: 29/01/2008
Testata Giornalistica: Metropoli
Autore: Jacopo Nesti