
Attraverso uno sguardo femminista e intersezionale, questo libro ragiona sui modi in cui l’arte può trasformare le città, intrecciando le sottili trame delle relazioni di potere con il tessuto urbano, fino a dar loro una forma visibile e concreta. L’autrice invita il lettore a esplorare le potenzialità dell’arte urbana nel dare voce a chi spesso rimane ai margini delle città globalizzate e delle narrative dominanti, ma anche a considerarne le criticità. Nella prima parte del libro, l’arte pubblica si fa specchio e strumento delle comunità, capace di custodirne la memoria collettiva, produrre nuove forme di sapere e decostruire le norme sessuali imposte. Attraverso i muri e le piazze, l’arte sfida la censura, sovverte la sorveglianza e si oppone a quelle barriere che limitano la libertà di espressione. La seconda parte ci porta nel cuore delle periferie, dove l’arte urbana si insedia nelle fratture di un paesaggio sociale in mutamento. Ma questa relazione è complessa: le derive del turismo culturale e la privatizzazione dello spazio pubblico minacciano la coesione sociale, trasformando spesso i luoghi di condivisione in giardini di lusso per pochi. Proprio in questi spazi l’arte e la cultura resistono, proponendo nuovi modelli di riappropriazione, di gestione partecipativa e di decolonizzazione delle istituzioni culturali.
Art has the power to influence and transform the social fabric of cities, for better or for worse. The essay focuses on the role that artistic and cultural practices can play in urban development and social dynamics, in particular with regard to the quality of involvement and integration of the different voices of the communities that make up contemporary cities.
Polistampa, 2024
Pagine: 96
Caratteristiche: ill. b/n, br.
Formato: 17x24
ISBN: 978-88-596-2450-9
Collana:
Universitario | Sociologia, 4
Settori: