Bambini, ragazzi e adulti giocano fin dall’alba dei tempi:
il gioco è un diritto, un impulso naturale. Oggi computer e telefoni cellulari
hanno ucciso ogni vecchio passatempo, e pochi si ricordano del Civettino o
delle Pallottole, del Beccaglio o dell’Acculatta. È un vero peccato, perché la
maggior parte dei giochi sono custodi di perdute ritualità, culture millenarie,
saperi d’ogni classe sociale. Strumenti per addestrare la memoria, esercitare
il corpo, imparare a evitare i pericoli.
Tuffandosi in antiche cronache, rispolverando vecchi trattati o attingendo da
celebri opere d’arte, gli autori di questo libro ricostruiscono un mondo ludico
oggi scomparso, fatto di giostre e capriole, carte e palloni, filastrocche e
tante, tantissime corse all’aria aperta.
Children, teenagers, and adults have been playing since the dawn of time: playing is a natural instinct. Today computers and cell phones have killed the old ways of entertainment: it’s a real shame, because most of the games are based on lost rituals, age-old cultures, ancient traditions. Plunging into old chronicles and treatises, or drawing from famous works of art, the authors of this book reconstruct a playful world that has now disappeared, a universe made up of running and somersaults, playing cards and balls.