
Francesco Terrone è poeta di schietta vena e si affida alla
scorrevolezza di un puro sentimento della vita scandito con voce aperta ma,
naturalmente, antiretorica. Infatti il suo discorso tocca glissando le corde
della spiritualità e della elegia verso la natura.
Piace, nella sua scrittura, la capacità di fondere il microcosmo col
macrocosmo, il quotidiano con l’eterno, il personale con l’universale.
Tutto questo fa comprendere che ci troviamo di fronte a un poeta maturo che sa
far coincidere la conoscenza del mondo con la sua traduzione in un messaggio profondamente
filtrato con la scaturigine vitale del rapporto fra esistere ed essere dando
vita e forma ad una voce poetica che merita di essere ascoltata per la sua
conquistata semplicità.
Franco Manescalchi
Francesco Terrone è poeta di schietta vena e si affida alla
scorrevolezza di un puro sentimento della vita scandito con voce aperta ma,
naturalmente, antiretorica. Infatti il suo discorso tocca glissando le corde
della spiritualità e della elegia verso la natura.
Piace, nella sua scrittura, la capacità di fondere il microcosmo col
macrocosmo, il quotidiano con l’eterno, il personale con l’universale.
Tutto questo fa comprendere che ci troviamo di fronte a un poeta maturo che sa
far coincidere la conoscenza del mondo con la sua traduzione in un messaggio profondamente
filtrato con la scaturigine vitale del rapporto fra esistere ed essere dando
vita e forma ad una voce poetica che merita di essere ascoltata per la sua
conquistata semplicità.
Franco Manescalchi
Polistampa, 2020
Pagine: 40
Caratteristiche: br.
Formato: 14x20
ISBN: 978-88-596-2079-2
Collana:
Corymbos | Letteratura, prosa e poesia, 20
Settore: