
Può apparire curioso che il titolo principale di un volume
sulla sede storica della Cassa di Risparmio di Firenze sia dedicato ad un
albero, il canforo. Il motivo è semplice: nel giardino interno della banca ve
ne era uno di grandi dimensioni, vissuto lì per quasi 138 anni e che dal 1865 –
quando la Cassa ha stabilito nell’antico Palazzo Pucci di via Bufalini 6 la
propria direzione centrale – è stato testimone dell’evoluzione e dello sviluppo
dell’istituto di credito fiorentino, almeno fino al 1959 – quando è stato
abbattuto, perché era giunto alla fine della sua parabola biologica.
Ma il libro, promosso dalla Fondazione CR Firenze, racconta, oltre alla storia
del giardino e del suo canforo, le vicende architettoniche, artistiche e
sociali di quella che è stata a lungo la sede istituzionale della banca. Il
racconto comincia dal 1646, quando ancora vi abitava la famiglia Pucci del ramo
di Ottavio, per concludersi con l’alluvione del 1966. In questo lungo
intervallo di tempo il complesso immobiliare formato da edifici di varie epoche
ha conosciuto importanti trasformazioni e ristrutturazioni, specie a partire
dalla seconda metà dell’Ottocento, per arrivare agli anni centrali del
Novecento con il grande intervento dell’architetto Giovanni Michelucci.
Può apparire curioso che il titolo principale di un volume
sulla sede storica della Cassa di Risparmio di Firenze sia dedicato ad un
albero, il canforo. Il motivo è semplice: nel giardino interno della banca ve
ne era uno di grandi dimensioni, vissuto lì per quasi 138 anni e che dal 1865 –
quando la Cassa ha stabilito nell’antico Palazzo Pucci di via Bufalini 6 la
propria direzione centrale – è stato testimone dell’evoluzione e dello sviluppo
dell’istituto di credito fiorentino, almeno fino al 1959 – quando è stato
abbattuto, perché era giunto alla fine della sua parabola biologica.
Ma il libro, promosso dalla Fondazione CR Firenze, racconta, oltre alla storia
del giardino e del suo canforo, le vicende architettoniche, artistiche e
sociali di quella che è stata a lungo la sede istituzionale della banca. Il
racconto comincia dal 1646, quando ancora vi abitava la famiglia Pucci del ramo
di Ottavio, per concludersi con l’alluvione del 1966. In questo lungo
intervallo di tempo il complesso immobiliare formato da edifici di varie epoche
ha conosciuto importanti trasformazioni e ristrutturazioni, specie a partire
dalla seconda metà dell’Ottocento, per arrivare agli anni centrali del
Novecento con il grande intervento dell’architetto Giovanni Michelucci.
Polistampa, 2020
A cura di:
Pagine: 320
Caratteristiche: ill. col., cart.
Formato: 24x31
ISBN: 978-88-596-2039-6
Settori:
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