
«La
narrativa di Lilly Brogi si conferma come prosa d’arte, frutto di una lunga
preparazione espressivo-linguistica, e si realizza a tre livelli. Uno riguarda
un ampio sguardo a momenti di storia italiana, e particolarmente della donna;
uno riguarda aspetti di cronaca, tratteggiati col gusto dell’elzeviro; ed uno
di vita, di personaggi, in cui appare il taglio incisivo della nostra narrativa
primo novecentesca con figure evidenziate ex imo, a tutto tondo. Da qui la
scioltezza del racconto della Brogi che si distende con chiara eloquenza di
tema in tema, di momento in momento (per esemplificare, si può passare da un
tema pubblicistico come “Libera Chiesa a libero Stato”, a un tema narrativo
come “Azzurrina di Pitigliano”, a quella che lei chiama una “cronachetta” come
“Bartali e Coppi”). Ne deriva un registro variegato, gestito dalla Brogi,
ripeto, con mano leggera, come chi scriva per essere ascoltato, quasi in un
rapporto vivificante fra scritto e parlato, e non per rimanere come freddo o
artificioso esercizio letterario sulla pagina. Penso che essa, fino
dall’infanzia, debba avere ascoltato molto, anche nel contesto familiare, dove
l’uso della parola e di ogni linguaggio, da quello musicale a quello artistico,
sembra essere stato coltivato come un dato naturale, ma anche come un culto».
(dalla postfazione di Franco Manescalchi)
«La
narrativa di Lilly Brogi si conferma come prosa d’arte, frutto di una lunga
preparazione espressivo-linguistica, e si realizza a tre livelli. Uno riguarda
un ampio sguardo a momenti di storia italiana, e particolarmente della donna;
uno riguarda aspetti di cronaca, tratteggiati col gusto dell’elzeviro; ed uno
di vita, di personaggi, in cui appare il taglio incisivo della nostra narrativa
primo novecentesca con figure evidenziate ex imo, a tutto tondo. Da qui la
scioltezza del racconto della Brogi che si distende con chiara eloquenza di
tema in tema, di momento in momento (per esemplificare, si può passare da un
tema pubblicistico come “Libera Chiesa a libero Stato”, a un tema narrativo
come “Azzurrina di Pitigliano”, a quella che lei chiama una “cronachetta” come
“Bartali e Coppi”). Ne deriva un registro variegato, gestito dalla Brogi,
ripeto, con mano leggera, come chi scriva per essere ascoltato, quasi in un
rapporto vivificante fra scritto e parlato, e non per rimanere come freddo o
artificioso esercizio letterario sulla pagina. Penso che essa, fino
dall’infanzia, debba avere ascoltato molto, anche nel contesto familiare, dove
l’uso della parola e di ogni linguaggio, da quello musicale a quello artistico,
sembra essere stato coltivato come un dato naturale, ma anche come un culto».
(dalla postfazione di Franco Manescalchi)
Polistampa, 2018
Pagine: 104
Caratteristiche: br.
Formato: 14x20
ISBN: 978-88-596-1865-2
Collana:
Corymbos | Letteratura, prosa e poesia, 19
Settore: