
“Questo libro di racconti di Marcello Marcellini è in realtà quasi una biografia cronologica contrassegnata da viaggi che rappresentano lo slancio vitale e la necessità della ricomposizione interiore di una storia perduta e ritrovata, di una patria da cui comunemente ripartire. La pratica di una dignità storica, di un’attenzione ai valori primigeni dell’uomo, è la prima caratteristica di quest’opera in cui si narra dei percorsi a largo raggio dalle civiltà nordiche a quelle africane. Ed il viaggio è, rigorosamente, in motocicletta.
[…] La moto non va intesa in senso strettamente agonistico o antagonistico, ma allude al personaggio protagonista, ne illumina il carattere, lo rende vero e plausibile nella sua ricerca di un oltre in cui riconoscersi e riconsacrarsi” (Franco Manescalchi).
“Questo libro di racconti di Marcello Marcellini è in realtà quasi una biografia cronologica contrassegnata da viaggi che rappresentano lo slancio vitale e la necessità della ricomposizione interiore di una storia perduta e ritrovata, di una patria da cui comunemente ripartire. La pratica di una dignità storica, di un’attenzione ai valori primigeni dell’uomo, è la prima caratteristica di quest’opera in cui si narra dei percorsi a largo raggio dalle civiltà nordiche a quelle africane. Ed il viaggio è, rigorosamente, in motocicletta.
[…] La moto non va intesa in senso strettamente agonistico o antagonistico, ma allude al personaggio protagonista, ne illumina il carattere, lo rende vero e plausibile nella sua ricerca di un oltre in cui riconoscersi e riconsacrarsi” (Franco Manescalchi).