«Antonio Salandra, avvocato e professore di diritto amministrativo, parlamentare della Destra Storica, statista stimato da Re Vittorio Emanuele III e da Giolitti, che avvicendò nel 1914 alla presidenza del Consiglio dei Ministri, nel 1915 si trovò a dover affrontare gli eventi che avevano trascinato l’Europa in una guerra che si sarebbe presto palesata come mondiale. Mantenere la neutralità quando alle sue frontiere l’Italia già stava assistendo allo svolgimento del conflitto non era più possibile, senza abdicare per generazioni ad un ruolo quale ormai all’Italia unita spettava. L’Impero Astroungarico non si era reso effettivamente disponibile a prendere in considerazioni le richieste dell’Italia per il recupero delle terre irredente (la Venezia Giulia, Trento e Trieste) e per il riconoscimento del suo ruolo nell’Adriatico e nel Mediterraneo. Pertanto Salandra con il suo Governo decise di assumere la responsabilità di ripudiare il trattato della Triplice Alleanza, che legava l’Italia ai due Imperi Centrali, di negoziare il cosiddetto “patto di Londra” e di entrare in guerra a fianco delle Nazioni dell’Intesa, pur consapevole della inadeguata preparazione militare dell’Italia, che all’epoca aveva un apparato industriale modesto, e del fatto che oltre il 60% della popolazione era ancora legato alle sue secolari tradizioni contadine. Salandra pubblica nel 1930, un anno prima della sua morte, il libro L’Intervento, che fa seguito a un’altra opera su La neutralità italiana data alle stampe due anni prima. Nel volume dedicato all’intervento egli ricompone gli appunti del suo operare nel 1915 e inserisce i fac simile di alcuni documenti relativi ai contatti con il Ministro degli Esteri tedesco Bülow, con il nostro Ministro degli Esteri Sidney Sonnino, riferisce delle intemperanze di Gabriele D’Annunzio e fornisce tanta altra documentazione che offre al lettore ampia possibilità di informazione e di giudizio sulle gravi e difficili scelte politiche prese in quei mesi, mentre in Parlamento e nell’opinione pubblica avveniva il confronto tra neutralisti ed interventisti. Per tutto questo, in occasione del Convegno Niente fu più come prima. La grande guerra e l ’Italia cento anni dopo, tenuto a Firenze il 13 e 14 marzo 2014, la Fondazione Biblioteche Cassa di Risparmio di Firenze con il generoso contributo di Banca CR Firenze, ha deciso di riproporre in edizione anastatica il libro L’Intervento di Antonio Salandra per consentire, a chi è interessato alla storia del nostro Paese, di cogliere alla fonte le motivazioni che condussero all’entrata in guerra nel 1915 e comprendere gli effetti di una scelta che modificò definitivamente la storia d’Italia.»
(Aureliano Benedetti)
«Antonio Salandra, avvocato e professore di diritto amministrativo, parlamentare della Destra Storica, statista stimato da Re Vittorio Emanuele III e da Giolitti, che avvicendò nel 1914 alla presidenza del Consiglio dei Ministri, nel 1915 si trovò a dover affrontare gli eventi che avevano trascinato l’Europa in una guerra che si sarebbe presto palesata come mondiale. Mantenere la neutralità quando alle sue frontiere l’Italia già stava assistendo allo svolgimento del conflitto non era più possibile, senza abdicare per generazioni ad un ruolo quale ormai all’Italia unita spettava. L’Impero Astroungarico non si era reso effettivamente disponibile a prendere in considerazioni le richieste dell’Italia per il recupero delle terre irredente (la Venezia Giulia, Trento e Trieste) e per il riconoscimento del suo ruolo nell’Adriatico e nel Mediterraneo. Pertanto Salandra con il suo Governo decise di assumere la responsabilità di ripudiare il trattato della Triplice Alleanza, che legava l’Italia ai due Imperi Centrali, di negoziare il cosiddetto “patto di Londra” e di entrare in guerra a fianco delle Nazioni dell’Intesa, pur consapevole della inadeguata preparazione militare dell’Italia, che all’epoca aveva un apparato industriale modesto, e del fatto che oltre il 60% della popolazione era ancora legato alle sue secolari tradizioni contadine. Salandra pubblica nel 1930, un anno prima della sua morte, il libro L’Intervento, che fa seguito a un’altra opera su La neutralità italiana data alle stampe due anni prima. Nel volume dedicato all’intervento egli ricompone gli appunti del suo operare nel 1915 e inserisce i fac simile di alcuni documenti relativi ai contatti con il Ministro degli Esteri tedesco Bülow, con il nostro Ministro degli Esteri Sidney Sonnino, riferisce delle intemperanze di Gabriele D’Annunzio e fornisce tanta altra documentazione che offre al lettore ampia possibilità di informazione e di giudizio sulle gravi e difficili scelte politiche prese in quei mesi, mentre in Parlamento e nell’opinione pubblica avveniva il confronto tra neutralisti ed interventisti. Per tutto questo, in occasione del Convegno Niente fu più come prima. La grande guerra e l ’Italia cento anni dopo, tenuto a Firenze il 13 e 14 marzo 2014, la Fondazione Biblioteche Cassa di Risparmio di Firenze con il generoso contributo di Banca CR Firenze, ha deciso di riproporre in edizione anastatica il libro L’Intervento di Antonio Salandra per consentire, a chi è interessato alla storia del nostro Paese, di cogliere alla fonte le motivazioni che condussero all’entrata in guerra nel 1915 e comprendere gli effetti di una scelta che modificò definitivamente la storia d’Italia.»
(Aureliano Benedetti)
Polistampa, 2015
Pagine: 424
Caratteristiche: cart.
Formato: 13,7x21,8
ISBN: 978-88-596-1480-7
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