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La superiorità del topo

Vincerà l’uomo o la bestia?

10,20 € 12,00
Qt

Nel cassetto di un vecchio mobile viene rinvenuto un fascicolo di fogli slegati e ingialliti. Il manoscritto, anonimo, racconta gli episodi in cui il protagonista si è imbattuto nei topi, in singolare coincidenza con gli eventi più importanti della sua vita. È la storia drammatica di un uomo immerso nelle fosche luci del Potere della nostra epoca, dove l’apparizione angosciante del roditore rivela significati metaforici. È un nemico oscuro ed estraneo oppure una forza ambigua, di attrazione e repulsione, che insidia l’uomo dal suo interno? Chi ha trovato il manoscritto si chiederà se sia una confessione, il resoconto di un’analisi o un’invenzione letteraria, e in questa interrogazione coinvolgerà la propria esistenza come una seconda indagine enigmatica che, partendo, lascerà in eredità a un amico. Un’opera a cui sono stati assicurati tutti i requisiti letterari: buon ritmo, stile e una cornice narrativa ben strutturata. I topi, il degrado e le perversioni più intime (e basse) dei personaggi si insinuano lungo tutta la narrazione, mantenendo ambiguo il confine tra realtà e finzione, fino alla domanda finale: chi vincerà la contesa, l’uomo o la bestia?

“Mainardi si attesta sull’alta quota di una letteratura che tira in gioco gli interrogativi sull’esistenza e fa del romanzo (o del racconto tenuto sul filo di una tensione costante) uno strumento di conoscenza e di verità.”
Renato Minore
“Il sottile e solitario indagatore, quasi voyeur, Angelo Mainardi, tanto più ci piace perché sta a sé, procede per vie “ombrose e torte”, ma arriva, dove voleva, a far luce su l’intrico meraviglioso e disperante delle passioni.”
Attilio Bertolucci
“Per Mainardi la scrittura è trasgressione; non per capriccio o per sadismo, bensì per la natura intrinseca di un’espressione, quella del linguaggio, che consuma, anzi brucia, l’oggetto del suo sguardo.”
Aldo Rosselli
“Mainardi sa usare certamente i più aggiornati strumenti del romanzo moderno, ma è giusto dire che la complessità strutturale e stilistica del suo romanzo non è fine a se stessa. La forma è connaturata alla storia, e questa s’impone con un suo ritmo insieme lucido e ossessivo.”
Ugo Ronfani
“La tecnica di montaggio narrativo – quasi un’operazione di moviola – di cui si serve l’autore è assolutamente singolare e individuale.”
Walter Mauro
“I racconti di Mainardi non si consumano in un lampo. Pur nella brevità della tessitura, l’andamento tende a scavare in profondità, privilegia le sensazioni sugli eventi, gli stati d’animo sui colpi di scena.”
Corrado Augias

Nel cassetto di un vecchio mobile viene rinvenuto un fascicolo di fogli slegati e ingialliti. Il manoscritto, anonimo, racconta gli episodi in cui il protagonista si è imbattuto nei topi, in singolare coincidenza con gli eventi più importanti della sua vita. È la storia drammatica di un uomo immerso nelle fosche luci del Potere della nostra epoca, dove l’apparizione angosciante del roditore rivela significati metaforici. È un nemico oscuro ed estraneo oppure una forza ambigua, di attrazione e repulsione, che insidia l’uomo dal suo interno? Chi ha trovato il manoscritto si chiederà se sia una confessione, il resoconto di un’analisi o un’invenzione letteraria, e in questa interrogazione coinvolgerà la propria esistenza come una seconda indagine enigmatica che, partendo, lascerà in eredità a un amico. Un’opera a cui sono stati assicurati tutti i requisiti letterari: buon ritmo, stile e una cornice narrativa ben strutturata. I topi, il degrado e le perversioni più intime (e basse) dei personaggi si insinuano lungo tutta la narrazione, mantenendo ambiguo il confine tra realtà e finzione, fino alla domanda finale: chi vincerà la contesa, l’uomo o la bestia?

“Mainardi si attesta sull’alta quota di una letteratura che tira in gioco gli interrogativi sull’esistenza e fa del romanzo (o del racconto tenuto sul filo di una tensione costante) uno strumento di conoscenza e di verità.”
Renato Minore
“Il sottile e solitario indagatore, quasi voyeur, Angelo Mainardi, tanto più ci piace perché sta a sé, procede per vie “ombrose e torte”, ma arriva, dove voleva, a far luce su l’intrico meraviglioso e disperante delle passioni.”
Attilio Bertolucci
“Per Mainardi la scrittura è trasgressione; non per capriccio o per sadismo, bensì per la natura intrinseca di un’espressione, quella del linguaggio, che consuma, anzi brucia, l’oggetto del suo sguardo.”
Aldo Rosselli
“Mainardi sa usare certamente i più aggiornati strumenti del romanzo moderno, ma è giusto dire che la complessità strutturale e stilistica del suo romanzo non è fine a se stessa. La forma è connaturata alla storia, e questa s’impone con un suo ritmo insieme lucido e ossessivo.”
Ugo Ronfani
“La tecnica di montaggio narrativo – quasi un’operazione di moviola – di cui si serve l’autore è assolutamente singolare e individuale.”
Walter Mauro
“I racconti di Mainardi non si consumano in un lampo. Pur nella brevità della tessitura, l’andamento tende a scavare in profondità, privilegia le sensazioni sugli eventi, gli stati d’animo sui colpi di scena.”
Corrado Augias

Mauro Pagliai, 2011

Pagine: 216

Caratteristiche: br.

br.

Formato: 12,2x21

ISBN: 978-88-564-0159-2

Collana:
Biblioteca di Letteratura, 20

Settore: