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Il Porcellino di Pietro Tacca

Le sue basi, la sua storia

10,20 € 12,00
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Il “Porcellino” del Mercato Nuovo, opera tra le più note dell’immaginario collettivo non solo fiorentino, portafortuna per migliaia di mani che ogni giorno ne accarezzano il muso. Copia di un originale seicentesco di Pietro Tacca esposto al Museo Bardini, rappresenta una delle storie più curiose nell’universo delle arti a Firenze. Il libro ruota intorno al monumento, alle sue basi, ai restauri.
Il cinghiale seduto e innocuo, la cui rara iconografia è qui esaminata con persuasive osservazioni, è un simbolo fiorentino da quando l’originale marmoreo, venuto da Roma, fu incorporato nella rassegna di prestigiose antichità del duca Cosimo e diede spunto a varie rielaborazioni artistiche e memoriali. Il porcellino rappresenta, insieme al leone Marzocco, un autentico “totem” della città di Firenze. Lo testimonia anche il restauro, nel 2010, del Cinghiale marmoreo antico esposto nella testata del terzo corridoio degli Uffizi: ben modellato in marmo greco e finemente scolpito nelle setole del pelame ispido, il “porco cignale” (Vasari) ispiratore di tutti gli altri viene considerato dagli esperti un scultura greca autentica, risalente al II-I secolo a.C.
I saggi, esaurienti e brillanti, valorizzano anche il lavoro recentemente svolto dall’Opificio delle Pietre Dure sui due basamenti, secentesco e ottocentesco, che sono ognuno un’opera d’arte: quello di Pietro Tacca, mirabilmente intonato alla temperie di alleanza fra arte e botanica che aveva nella corte medicea uno scenario privilegiato, e quello di Giovanni Benelli che, vedendo male l’originale incrostato e consunto, si sentì libero di completarlo e arricchirlo, creando una sorta di reintepretazione nell’attualissimo linguaggio del naturalismo.

Presentazioni di Franco Scaramuzzi, Cristina Acidini, Elena Pianea
Testi di Marina Clauser, Elena Della Schiava, Maria Donata Mazzoni, Chiara Nepi, Antonella Nesi.

Formato PDF
Il “Porcellino” del Mercato Nuovo, opera tra le più note dell’immaginario collettivo non solo fiorentino, portafortuna per migliaia di mani che ogni giorno ne accarezzano il muso. Copia di un originale seicentesco di Pietro Tacca esposto al Museo Bardini, rappresenta una delle storie più curiose nell’universo delle arti a Firenze. Il libro ruota intorno al monumento, alle sue basi, ai restauri.
Il cinghiale seduto e innocuo, la cui rara iconografia è qui esaminata con persuasive osservazioni, è un simbolo fiorentino da quando l’originale marmoreo, venuto da Roma, fu incorporato nella rassegna di prestigiose antichità del duca Cosimo e diede spunto a varie rielaborazioni artistiche e memoriali. Il porcellino rappresenta, insieme al leone Marzocco, un autentico “totem” della città di Firenze. Lo testimonia anche il restauro, nel 2010, del Cinghiale marmoreo antico esposto nella testata del terzo corridoio degli Uffizi: ben modellato in marmo greco e finemente scolpito nelle setole del pelame ispido, il “porco cignale” (Vasari) ispiratore di tutti gli altri viene considerato dagli esperti un scultura greca autentica, risalente al II-I secolo a.C.
I saggi, esaurienti e brillanti, valorizzano anche il lavoro recentemente svolto dall’Opificio delle Pietre Dure sui due basamenti, secentesco e ottocentesco, che sono ognuno un’opera d’arte: quello di Pietro Tacca, mirabilmente intonato alla temperie di alleanza fra arte e botanica che aveva nella corte medicea uno scenario privilegiato, e quello di Giovanni Benelli che, vedendo male l’originale incrostato e consunto, si sentì libero di completarlo e arricchirlo, creando una sorta di reintepretazione nell’attualissimo linguaggio del naturalismo.

Presentazioni di Franco Scaramuzzi, Cristina Acidini, Elena Pianea
Testi di Marina Clauser, Elena Della Schiava, Maria Donata Mazzoni, Chiara Nepi, Antonella Nesi.

Formato PDF

Polistampa, 2011

A cura di:

Pagine: 80

Caratteristiche: ill. b/n e col., br.

ill. b/n e col., br.

Formato: 17x24

ISBN: 978-88-596-0913-1

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