“La fotografia di un paesaggio, quella di una persona o di un gruppo di persone, ottenute con un’armonia, una minuzia di particolari ed una tipicità tali da far dire: ‘Sembra un quadro’, è cosa per noi assolutamente superata” (F.T. Marinetti, Tato – 16 aprile 1930).
Nell’ottavo decennale del Manifesto della Fotografia Futurista, questo saggio fotografico di Lucio Trizzino interpreta con le immagini le sedici proposizioni di Filippo Tommaso Marinetti e Guglielmo Sansoni (Tato). L’opera è introdotta dal saggio critico di Mario Graziano Parri Vita, verità. Illuminazione, che con dovizia di riferimenti cattura i refoli, ancora residuali, della grande ventata generata dalle avanguardie nell’ultimo secolo.
In ciascuno dei sedici scatti raccolti in questo album si avverte un laborioso indugio di idee e di pensiero che prevengono il clic definitivo il quale ferma l’identità segreta della cosa ritratta senza la preoccupazione che sia per un attimo o un millennio, come invece pretende il dipinto o la scultura, fosse anche lo “spazialismo” di Lucio Fontana («io buco, passa l’infinito da lì»). (M.G. Parri)
“La fotografia di un paesaggio, quella di una persona o di un gruppo di persone, ottenute con un’armonia, una minuzia di particolari ed una tipicità tali da far dire: ‘Sembra un quadro’, è cosa per noi assolutamente superata” (F.T. Marinetti, Tato – 16 aprile 1930).
Nell’ottavo decennale del Manifesto della Fotografia Futurista, questo saggio fotografico di Lucio Trizzino interpreta con le immagini le sedici proposizioni di Filippo Tommaso Marinetti e Guglielmo Sansoni (Tato). L’opera è introdotta dal saggio critico di Mario Graziano Parri Vita, verità. Illuminazione, che con dovizia di riferimenti cattura i refoli, ancora residuali, della grande ventata generata dalle avanguardie nell’ultimo secolo.
In ciascuno dei sedici scatti raccolti in questo album si avverte un laborioso indugio di idee e di pensiero che prevengono il clic definitivo il quale ferma l’identità segreta della cosa ritratta senza la preoccupazione che sia per un attimo o un millennio, come invece pretende il dipinto o la scultura, fosse anche lo “spazialismo” di Lucio Fontana («io buco, passa l’infinito da lì»). (M.G. Parri)
Polistampa, 2010
Pagine: 48
Caratteristiche: ill. b/n, cart.
Formato: 21x21
ISBN: 978-88-596-0814-1
Collana:
Polyphemus | Biblioteca di fotografia contemporanea, 1
Settori:
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